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Exor è un agglomerato italiano che investe in diverse industrie differenti, cercando di aumentare la qualità delle attività che acquisisce; utilizzando un paragone suggestivo si potrebbe dire che sia la Berkshire Hathaway italiana.

Tuttavia, nonostante sia un business eccellente, scambia ancora a livelli vicini ai minimi di marzo, situazione che crea quindi un’opportunità. Infatti Exor scambia ad appena 4 volte l’utile netto 2019 e possiede un bilancio molto solido, che garantisce la solvibilità nel breve e lungo termine.

Descrizione del business

Come già anticipato, Exor è un agglomerato, ovvero un insieme di società diverse in cui ha investito negli anni (spesso aumentandone notevolmente il valore) e in cui detiene una sostanziosa partecipazione (attraverso i diritti di voto e/o diritti economici). Le principali società detenute sono: Ferrari (22% del portafoglio), FCA (26%), CNHI (15%), PartnerRe (29%) e infine Juventus, che però incide solo per il 4% sul portafoglio.

È inoltre importante sottolineare che Exor sia un realtà a cui i fondatori sono profondamente legati (sia economicamente che culturalmente), infatti la famiglia Agnelli detiene oltre il 55% della società.

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Come si può notare dal grafico, che utilizza come indicatore di performance il ​NAV (Attività al netto del debito), la società ha sovraperformato l’indice di riferimento negli ultimi anni, garantendo ottimi risultati.

Conto economico e profittabilità di Exor

Analizzando la profittabilità del business è subito evidente quanto i margini siano bassi, a causa di un ​elevato costo del venduto (materiali grezzi), ma questa caratteristica è condivisa con tutte le compagnie operanti nel settore automobilistico.

  • Margine lordo 15,3%
  • Margine netto 6,2%
  • P/E 4

Il margine netto non si discosta molto da quello lordo, segnale che ​la società è efficiente e capace di ridurre le spese amministrative. Inoltre il P/E (considerando l’utile 2019) appare molto basso, ma è bene sottolineare che proprio l’anno scorso si è conclusa la ​fusione FCA-PSA e che pertanto si è registrato un aumento dell’utile anche grazie a questa operazione straordinaria.

Se si procede ad “aggiustare” l’utile non considerando i guadagni straordinari, si arriva ad un P/E di circa 6, comunque non molto elevato.

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Guardando al risultato netto passato (fino al 2019 – Il risultato 2019 è stato “aggiustato” e sono stati sottratti i guadagni straordinari) appare evidente che, anche grazie a diverse acquisizioni, c’è stata una crescita notevole rispetto al 2016 (+205%).
È anche importante notare che il Free Cash flow è in linea con l’utile netto (talvolta superiore), pertanto la società produce denaro liquido a sufficienza.

Stato Patrimoniale di Exor

Il bilancio di Exor è solido e pertanto la società è in grado di far fronte alle passività di breve e lungo termine.

  • Current ratio 1,8
  • Quick ratio 1,13
  • P/B 0,3

Come si può notare sia il current ratio che il quick ratio (indicatori di solvibilità) sono sopra 1, indicando che le passività a breve termine sono completamente coperte, anche in caso di riduzione del valore dell’inventario.
Inoltre è importante notare le ​scadenze del debito di Exor (che è composto da obbligazioni e prestiti per un valore di circa 40 miliardi di euro):

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In pratica le scadenze più importanti sono tutte successive al 2021 (a partire dal 2022), fatta eccezione per appena 200 milioni in scadenza nel 2020, che comunque non rappresentano un problema vista la liquidità disponibile.

Infine è interessante notare il basso P/B (appena 0,3) che probabilmente è un altro indicatore della sottovalutazione dell’azienda, specie considerando che i concorrenti scambiano a circa 2 volte il valore contabile.

Valutazione

Dopo aver analizzato la situazione attuale di Exor è giunto il momento di fare alcune previsioni e, infine, stabilire le assunzioni per i modelli da cui si trarranno i prezzi target.
Secondo molti analisti la crescita degli utili sperimentata negli ultimi anni è destinata a perdurare, anche grazie alla resilienza del gruppo e un posizionamento competitivo nei mercati di riferimento; pertanto non si commettono degli errori stimando che l’utile possa aumentare di un ​costante 6%​ per i prossimi 10 anni. Come sempre i modelli utilizzati saranno due: DCF model ed equity model.

DCF model

Le assunzioni del modello sono le seguenti:

  • Crescita per i primi 10 anni del 6%;
  • Tasso di sconto del 12%, principalmente a causa del forte impatto del Covidnel settore auto, in cui la società è fortemente esposta;
  • Si ipotizza la vendita del business a circa 6 volte gli utili al termine dei 10 anni;
  • Per il 2020 l’utile netto è di appena 200 milioni, rispetto ai 1,8 miliardi del 2019

I risultati del modello suggeriscono un fair price di ​circa €78​, con un potenziale rialzista di circa il ​56%​ dai prezzi attuali (€50).

Equity model

Le assunzioni sono le seguenti:

  • Cost of equity primo periodo del 10,2% e del secondo periodo del 8,5%;
  • ROE del 6,5% per il periodo finale;
  • Tasso di sconto del 15%.

I risultati presentano un prezzo equo di ​€82​, con un potenziale rialzista del ​64% dai prezzi attuali.

Conclusioni

Exor è sicuramente un realtà di successo e molto solida, da cui ci si possono aspettare ottimi risultati anche in futuro; inoltre il management competente e legato all’azienda sarà un punto cruciale per le future decisioni nevralgiche (come è avvenuto sino ad ora). I modelli, con le assunzioni fatte a seguito dell’analisi, hanno proposto un target di riferimento medio di circa €80, presentando quindi un ​possibile rialzo del 60%. Un’altro importante fattore è quello temporale, ovvero tra quanto sarà possibile raggiungere il target: la risposta a questo quesito non è semplice, ma se la ripresa è decisa, specie nel 2021, il prezzo di €80 dovrebbe essere a portata di mano entro dicembre 2021.

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