Settimana a due volti quella appena conclusa positivamente sui listini, una prima parte con un certo parziale sollievo per la veloce risoluzione del problema Credit Suisse, seppur con alcuni lati di ombra nella faccenda ed un timido ritorno della fiducia degli investitori anche incoraggiati dal “pacato” rialzo della FED che ha fatto il bilancino tra un forse troppo duro incremento da 50 punti base che però sarebbe stato un forte segnale di combattere una inflazione ancora molto alta ed un nulla di fatto che avrebbe potuto alimentare forti sospetti sulla tenuta del sistema bancario americano. Subito dopo però è uscita la notizia che due banche tedesche ( Aareal Bank e la Pfandbriefbank ) non avrebbero rimborsato titoli AT1 con opzione call e a ruota la Dt.Bank ha annunciato il riscatto anticipato di titoli Tier 2 subordinati da 1,5 miliardi di dollari a tasso fisso con scadenza al 2028, tutto ciò ha portato i titoli del colosso tedesco a perdere oltre il 14% mentre i credit default swap hanno superato i 200 punti base. Ovviamente tutto ciò si è immediatamente ripercosso sull’intero settore bancario europeo che è andato in forte sofferenza. A nulla sono valse le assicurazioni del cancelliere tedesco Scholz sulla salute delle banche tedesche e solo sul finire della seduta di venerdi i titoli bancari hanno accennato ad un timido e parziale recupero. Ovvio che a questo punto i nervi degli investitori siano decisamente scoperti e pertanto servirà molto oltre le parole a far tornare un clima di fiducia, basti pensare che in USA nonostante i 30 miliardi di $ iniettati alla First Republic Bank da 11 delle piu grandi banche americane, il titolo della banca ha continuato a perdere per tutta la settimana a confermare il clima di profonda incertezza che persiste sul settore. Per il resto segnaliamo la visita del presidente cinese in Russia da Putin a confermare il solido legame tra le due potenze.
Settimana positiva per il FTSE-MIB ( + 1.56% e saldo 2023 a + 9.22%) che però lascia sul grafico una candela che porta molti dubbi ed incertezze.
Certo la salita fino al test della resistenza dei 26680 punti ed allungo a sfiorare i 26700 punti aveva illuso che forse il peggio fosse alle spalle e che con un poco di tempo si sarebbe tornato a rimettere sotto presiione i massimi annuali in area 28mila punti. La lunga upper shadow causata dalla difficile seduta di venerdi invece ci riporta con i piedi per terra e se è vero che registriamo in ogni caso una chiusura sopra il supporto dei 25816 punti è anche vero che quella shadow non è esattamente una pacca di incoraggiamento sulla spalla. Di positivo registriamo la chiusura del gap ai 25180 punti e la possibilità che da quel livello si possa ripartire, ammesso che arrivino prontamente serie rassicurazioni sulla Dt.Bank. Detto del primo supporto a 25816 segnaliamo la prima resistenza a 26680 punti ed anche una fase laterale tra questi due livelli potrebbe essere salutare in attesa di un nuovo allungo quando le acque si saranno placate. Segnaliamo che in ogni caso, nonostante i forti cali dei bancari, i volumi sono stati in media e decisamente inferiori a quelli registrati la scorsa ottava.
Candela del DAX ( + 1.28% e saldo 2023 a + 7.42%) sostanzialmente similare a quella vista sul grafico di Milano
Qui però appare evidente che i volumi sono stati decisamente sopra la media seppur inferiori a quelli della scorsa ottava. Per il resto anche qui si era saliti a testare la resistenza dei 15338 punti per poi riscendere, perdendo il supporto dei 15018 ma mantenendo quello dei 14800 punti. Anche sul DAX si è scesi a chiudere il gap che era rimasto aperto a 14610 e anche qui potrebbe essere stato un minimo importante da cui ripartire. Sopratutto per il DAX sarà importante che le autorità si facciano sentire per riportare fiducia al loro sistema bancario, il pronto ritorno sopra i 15mila punti potrebbe aiutare a riportare stabilità.
La differenza tra i listini europei e quelli americani è stata che in europa la peggiore seduta è stata quella di venerdì a seguito dei fatti delle banche tedesche, mentre in USA la seduta peggiore è stata quella di mercoledì
Tale giorno la FED, con le parole del suo presidente Jerome Powell, ha alzato i tassi di 25 punti base come oramai il Mercato si attendeva dopo le vicissutidini delle banche USA, ma ha chiaramente detto che per l’anno in corso non sono previsti tagli e che non è detto che il rialzo annunciato sia l’ultimo. A queste parole aggressive il Mercato ha reagito negativamente ed il recupero delle sedute seguenti è stato solo parziale, benchè tale da non lasciare le ampie upper shadow viste sui grafici dei listini europei.Ad ogni modo Wall Street non ha registrato minimi inferiori alla scorsa ottava, fatto invece riscontrato in europa. Dow Jones ( + 1.17% e saldo 2023 a – 2.74%) si conferma il peggior listino di settima ed annuale, in ogni caso con volumi appena sopra la media inizia una fase di recupero dopo la doji della scorsa ottava. Primo obiettivo i 33266 punti che sono la prima di tre resistenze ravvicinate, importante restare sopra i minimi di 31430. Bene il Nasdaq ( + 1.97% e saldo 2023 a + 16.70%) miglior listino di settimana ed unico ad essere in gain a doppia cifra per l’anno in corso. Nonostante la battura d’arresto di mercoledi il tecnologico era andato al test della resistenza statica per poi andare a chiudere l’ottava al test della resistenza dinamica con volumi poco oltre la media. Se non dovessero intervenire fattori particolari ( e di questo periodo è bene restare molto vigili) è molto probabile che il Nasdaq tornerà al test dei 12960 e che li passi anche andando a puntare direttamente i 13mila punti. S&P500 ( + 1.38% e saldo 2023 a + 3.42%) era riuscito a tornare sopra i 4020 punti, ma poi ha chiuso a 3970 e dovrà rimandare il ritorno sopra i 4mila punti. Dei tre listini USA è quello che ha avuto i volumi maggiori e se riuscirà a riportarsi sopra la resistenza allora è anche possibile che prosegua verso i 4150 livello che a febbraio si è dimostrato ostico da superare. Primo supporto i 3860 punti.