Dopo le minacce i fatti ed i Mercati si tingono di rosso
Settimana sostanzialmente negativa quella che si è appena conclusa per i mercati finanziari anche perchè se l’attacco iraniano, ampiamente avvisato ed avvenuto di sabato notte quasi a non voler dare troppi “fastidi” alle piazze finaziarie, volendo essere almeno in apparenza piu un attacco di forma che di sostanza, la scontata risposta israeliana non lo sarebbe stata. E se è vero che gli USA abbiano impedito la reazione già nella notte tra lunedi e martedi, è anche vero che nessuno ha creduto alla notizia che tale attacco si sarebbe ritardato alla fine della pasqua ebraica, ossia a dopo il 30 aprile. Infatti nella notte tra giovedi e venerdi è arrivata la risposta di israele con lancio di droni su una postazione militare iraniana, una operazione decisamente mirata su un singolo obiettivo e tutto sommato un attacco limitato come aveva anticipato un funzionario USA alla CBS già nella giornata del 17 aprile. USA che sarebbero stati informati della operazione e che non avrebbero avallato. Del resto la posizione del presidente americano Biden in questo momento è molto chiara nei confronti di Israele, siamo pronti a proteggervi ma non ad appoggiare alcun attacco per via di quanto state facendo nella striscia di Gaza. Questa posizione sta portando consensi a Biden nella campagna elettorale secondo gli ultimi sondaggi e cosi i repubblicani stanno bloccando alla Camera gli aiuti che il presidente USA vorrebbe inviare ad Ucraina Israele e Taiwan, in quanto potrebbero aiutare l’attuale presidente ad incrementare il vantaggio nei confronti di Trump. E sulla falsariga del precedente presidente, anche Biden ora alza la voce contro la Cina e vorrebbe triplicare i dazi su acciaio ed alluminio del paese del dragone per difendere produttività ed occupazione delle aziende americane. A questo riguardo Biden si cerca di opporre anche alla cessione di US Steel a Nippon Steel, una acquisizione di oltre 14 miliardi di dollari che gli stessi azionisti americani hanno invece votato a favore con il 98% dei voti. A riguardo l’azienda giapponese si è premurata di far sapere che lascerà aperti tutti gli stabilimenti in USA, che non cambierà neanche il nome e che l’attuale management conserverà una certa indipendenza. Biden ha anche chiesto alla taiwanese TSMC, la maggiore produttrice mondiale di chip e processori ( Apple, Qualcomm, Nvidia e AMD i principale clienti) di aprire stabilimenti in USA per evitare che un eventuale conflitto Cina Taiwan possa portare le maggiori aziende tech americane in difficoltà. Se andiamo a guardare cosa è accaduto sul Nasdaq nella seduta di venerdi ai titoli sopra citati viene facile pensare quale sia stata la risposta della azienda di Taiwan. Pertanto è evidente che i democratici debbano concedere qualcosa ai repubblicani per sbloccare gli aiuti all’Ucraina, che li chiede a gran voce per non dover capitolare, ad Israele ed a Taiwan che come detto ha la “responsabilità” di capitalizzazioni molto importanti a Wall Street.
FTSE-MIB ( + 0.46% e saldo 2024 a + 11.76%) è stato il miglior listino di settimana pur essendo sceso sotto i minimi della scorsa ottava toccando i 33310 punti.
E non è stato positivo neanche il fatto che il massimo non abbia superato il massimo della scorsa ottava fermandosi ad un 34285 punti, ma i lati positivi li abbiamo in ogni caso avuti nei volumi in calo e sotto la media e nella chiusura nella parte superiore della candela pur lasciando una upper shadow. La lunga lower shadow infatti potrebbe aver fatto un bottom da cui si potrebbe ripartire per tornare verso area 35mila punti. Probabilmente non sarà una salita veloce ma se la situazione in Medio Oriente dovesse stabilizzarsi e la BCE dare conferme ( come trapela da qualche intervista a vari funzionari dell’istituto di Francoforte) dell’inizio del taglio dei tassi a partire dal mese di giugno ecco che dopo la furiosa salita di inizio anno e la fisiologica presa di beneficio di questo aprile si potrebbe tornare a guardare con positività ai listini azionari.
Decisamente diversa la situazione del DAX ( – 1.07% e saldo 2024 a + 5.88%) che registra una terza candela rossa consecutiva con volumi in media.
La piccola lower shadow potrebbe lasciare qualche speranza ma la lunga upper shadow pesa come un macigno e sarà pertanto molto importante nella prossima settimana mantenere il livello supportivo dei 17600 che già in questa ottava è riuscito a frenare la discesa. Dovesse riuscire allora il primo obiettivo per l’indice tedesco sarà quello di riportarsi oltre i 18mila punti e possibilmente sopra i 18200 superamdo quindi il massimo della attuale candela. In caso contrario potrebbe rivedersi un test dei 17mila punti.
A Wall Street pesano anche le trimestrali ed il continuo rinvio da parte della FED sulla data per l’inizio del taglio dei tassi sta logorando il sistema nervoso degli investitori che sanno bene come vi sia una consuetudine non scritta della FED di non intralciare la fine della campagna elettorale presidenziale assumendo una posizione di neutralità ossia non intervenendo sui tassi.
Ma se anche la data di luglio pare oramai caduta in oblio resta solo un possibile taglio a settembre e poi se ne riparla ad elezione avvenuta e questo potrebbe essere poco. Vero che i dati sulla economia ed il lavoro USA sono ancora forti, ma dalle trimestrali che stanno uscendo è evidente che alle aziende serva avere una roadmap ben definita per poter calibrare i propri investimenti , senza la quale tali investimenti verranno rimandati e con essi tutta l’economia andrà incontro ad una fase di debolezza. In questo contesto di difficoltà il Dow Jones (+ 0.008% e saldo 2024 a + 0.79%) riesce a chiudere sulla parità con una candela di tipo doji che potrebbe indicare che la reazione ribassista dai massimi si sia esaurita e si possa riprendere a guardare verso un ritorno ai massimi storici e a superare il muro dei 40mila punti. I volumi sono leggermente cresciuti e si confermano sopra la media. Diversa la reazione del Nasdaq ( – 5.36% e saldo 2024 a + 1.26%) che perde di schianto il supporto della rialzista e si riporta in area 17mila punti , puntando al supporto statico dei 16612. Unica nota positiva è che questa debacle ha visto i volumi rimanere in media quando da un simile tonfo ci si sarebbe attesi di vedere volumi almeno doppi rispetto alla media. Prima resistenza la rialzista appena perduta che nella prossima ottava transiterà sui 18062 punti. Sostanzialmente simile nella forma e non nei numeri la settimana di S&P500 ( – 3.04% e saldo 2024 a + 4.14%) che chiude sotto i 5mila punti a 4967e che vede a 4868 il prossimo supporto sulla rialzista inferiore, mentre a 4842 andrebbe a chiudere il gap lasciato aperto a fine gennaio. La prima resistenza è la rialzista superiore che transiterà a 5197 punti anche se graficamente pare piu probabile un test della rialzista inferiore.
Anche su S&P500 i volumi seppur in aumento sono stati in media e questo indica che nonostante la pronunciata discesa non vi sia stato un selloff vero e proprio.