Il cambio di rotta è oramai conclamato
Dopo un gennaio spumeggiante per i Mercati, il mese di febbraio ha iniziato a porre dei “distinguo” e la fredda disamina dei numeri ci dice che Milano ha avuto un piccolo rallentamento sul mese precedente mentre il DAX e l’Eurostoxx50 hanno decelerato pur riportando performance positive per il mese e in ogni caso un guadagno a doppia cifra da inizio anno. La frenata brusca è stata invece quella di Wall Street che ha riportato performance negative che hanno portato il saldo da inizio anno addirittura in rosso per il Nasdaq ! Lo avevamo già detto nei precedenti video, sono molti gli analisti che vedono Wall Street su multipli elevati, forse troppo e reputano che sia opportuno sottopesare i titoli americani a favore di quelli europei. Ma questa motivazione da sola non giustifica l’ampia distanza dei listini ai due lati dell’atlantico. Una possibile chiave di lettura per quanto stia accadendo è da ricercare nel cambio di rotta che l’amministrazione Trump ha portato negli USA. Da inizio anno, nella spasmodica ricerca di tagliare i costi e gli sprechi l’ente a cui è stato messo a capo Elon Musk ha chiuso o drasticamente ridotto molte attività federali, spesso senza fare le opportune considerazioni sulle conseguenze, come ad esempio nel caso di USAID e la prevenzione dell’ Ebola. Nel suo titanico sforzo di far risparmiare un trilione di dollari ai contribuenti americani, il Dipartimento per l’efficienza governativa ( DOGE) ha colpito l’agenzia statunitense per l’aiuto internazionale, a detta di Musk piena di frode e corruzione, ma cosi facendo ha anche sospeso, salvo poi fare immediata retromarcia e pubblica mea culpa, i lavori e gli studi per la prevenzione dell’Ebola. Ma sotto la scure del DOGE sono finiti anche climatologi e meterologi che lavorano nelle strutture che si occupano tra l’altro di allerta meteo, allerta tsunami ed altri eventi legati al clima. Questi solo alcuni esempi di cosa stia facendo il DOGE per ridurre i costi federali, ma di contro le migliaia di persone che si troveranno senza stipendio e senza assicurazione medica ovviamente non potranno alimentare la crescita economica interna del paese. Di conseguenza non deve stupire la volontà di risparmiare anche per le spese militari e di conseguenza volendo porre fine al conflitto dell’est europa senza stare a guardare le ragioni delle due parti ma solamente il proprio tornaconto economico. La richiesta agli ucraini di firmare un contratto di cessione per minerali e terre rare per un importo nettamente superiore agli aiuti forniti e nessuna garanzia di mantenere l’impegno di difesa lasciandola ai “vicini di casa” la dice lunga sulla volontà di rimanere in supporto. Naturalmente i vicini di casa siamo tutti noi europei che ci siamo trovati di punto in bianco ad essere scaricati dallo ” zio Sam” e a doverci rimboccare le maniche per cercare di trovare un accordo che al momento non pare possibile per le evidenti differenze presenti all’interno della UE. Quegli Stati Uniti d’Europa che per troppo tempo sono rimasti una lettera morta su qualche tavolo e che adesso si trovano tra l’incudine ed il martello, tra gli USA che sono tornati a pensare in proprio e alla Russia che torna a fare la voce grossa. Finora a nulla sono valsi i viaggi di Macron e Starmer a Washington e le divisioni interne, con gli ultimi distinguo di Ungheria e Slovacchia ed i malumori dei baltici per non essere stati invitati al vertice di Londra stanno indebolendo una Europa sempre più terra di conquista.
Milano (+ 0.60% e saldo 2025 a + 13.07%) allunga ancora e si riporta oltre i 39mila punti pur non riuscendo a confermarli in chiusura di ottava, con una chiusura a 38665 che in ogni caso certifica un secondo mese di crescita del 6%.
Certo la candela sul grafico non è delle migliori con quella upper shadow cosi pronunciata ed anche i volumi in calo per quanto ancora sopra alla media lasciamo intendere che forse si sia arrivati su un top di periodo e che sia necessario prendere fiato dopo una partenza bruciante nel 2025. La salita è stata ripida e come sempre in questi casi diventa difficile cercare livelli, in ogni caso il primo supporto lo possiamo identificare in area 38mila e se questi non dovessero tenere il rischio è di scendere per un migliaio di punti in area 37mila. Di contro un pronto ritorno oltre i 39mila punti preparerebbe la strada ad un allungo verso i 40mila punti.

Dalle urne tedesche sono usciti confermati i sondaggi prelettorali
La CDU che ha ottenuto il primo posto davanti a AfD ed il fatto che nel Bundestag non siano entrati i liberali e Bsw permetterà a Merz, confermato capogruppo della Cdu di andare di grande coalizione con i socialdemocratici di Scholz, il grande sconfitto. Del resto un governo a due è più facile da gestire che un governo a tre come la precedente legislatura ha evidenziato. Tra le prime affermazioni del neo cancelliere in pectore l’esclusione in tempi brevi di riformare il tetto al debito pubblico mentre secondo Bloomberg starebbe trattando con i socialdemocratici per un pacchetto straordinario di 200 miliardi da destinare alla difesa. Dopo le votazioni sul grafico si è disegnata una candela neutra, una sorta di doji che ha testato la resistenza ed i minimi della scorsa settimana, unica differenza i volumi in aumento. Restano aperte tutte le ipotesi adesso , un possibile allungo con breakout dei 22865, prossimo livello di resistenza dinamica, oppure un retest dei 22230 punti e in caso vengano perduti i 22mila e a seguire i 21800.

Candela similare al Dax per l’Eurostoxx50
Rimane in area massimi storici anche se in realtà non è arrivato al massimo della scorsa ottava mentre ne ha perduto i minimi , salvo poi recuperarli in chiusura. Anche qui volumi in aumento e tutte le porte ancora aperte. Basterebbe un piccolo rialzo per andare oltre il massimo storico dei 5544 punti ma in caso di debolezza si potrebbe agevolmente rivedere il livello dei 5300 / 5350 punti

Sorvolando sulle voci che suggeriscono come il presidente USA sia in realtà una spia al servizio di Mosca (e a dirlo sarebbe un ex appartenente ai servizi segreti russi) prendono invece maggiore considerazione le parole di Trump sulla necessità di allargare gli USA a Canada e Groenlandia portandosi ad avere il pieno controllo dell’intero nord america come in una partita di risiko.
Sarà vero ? Sarà possibile ? Wall Street intanto annaspa e solo il Dow Jones ( + 0.95% e saldo 2025 a + 3.05%) segna un saldo settimanale positivo. Apertura di settimana in linea con la chiusura precedente, poi però perde i minimi e scende sui 43100 prima di invertire la rotta salendo fino a sfiorare i 43900 punti per poi chiudere l’ottava a 43840 punti, livello in ogni caso nella metà inferiore della candela precedente, nonostante volumi decisamente oltre alla media. La tenuta dei 43100 conferma al momento quel livello come primo supporto mentre la prima resistenza si incontrerà sui 44mila punti. Peggio ha fatto il Nasdaq ( – 3.37% e saldo 2025 a – 0.61%) la cui unica nota positiva è stato il test positivo del supporto dinamico da cui è poi leggermente risalito. Tale supporto dinamico sarà a 20568 punti per la prossima settimana mentre la prima resistenza la avremo in are 21mila punti e successivamente area 21400 / 21500. Anche per il Nasdaq i volumi sono stati nettamente sopra alla media. A mezza via tra i due si colloca S&P500 ( – 0.97% e saldo 2025 a + 1.24%) che non scende sotto i minimi annuali di metà gennaio anche se poi in chiusura perde seppur di poco il supporto dei 5960 chiudendo 6 punti sotto ma recuperando dal minimo a 5837 punti. La lunga lower shadow, la più pronunciata rispetto a quelle degli altri due listini di Wall street lascia intendere che vi siano ancora opportunità per un recupero ed un ritorno verso i 6mila punti prima ed i nuovi massimi storici sopra i 6150 punti poi. Dovesse perdere il minimo di questa settimana resta il livello segnalato dei 5770 punti.


