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Era la settimana delle Banche Centrali ed era una settimana densa di trimestrali importanti, logico quindi che molti operatori dopo la grande performance di Gennaio fossero portati ad aspettarsi se non proprio un crollo ma almeno un ritracciamento importante sui listini azionari. Chi lo aspettasse perchè aveva perso il treno del rialzo e voleva cercare di rientrare, chi invece si era esposto short e si trovava ad essere contromercato, in ogni caso pareva l’occasione giusta. Ma come ben sappiamo il Mercato è fatto per sorprendere e cosi sia Powell che la Lagarde hanno disatteso coloro che attendevano dalle loro parole il segnale per la discesa. Ironia della sorte il Mercato ha dato segnali di debolezza dopo le trimestrali sotto le attese di alcune big tech, ma già venerdi qualcuna di queste è tornate in verde, e sopratutto dopo i forti dati sul lavoro USA usciti nella giornata di venerdi. Questo dato veramente forte ha preso alla sprovvista molti operatori che molto probabilmente hanno letto in questo dato la possibilità per la FED di riprendere a spingere il piede sull’acceleratore del rialzo dei tassi. Ma Powell nella sua conferenza aveva detto che avrebbe atteso una certa stabilizzazione e che in ogni caso ci sarebbe stato ancora bisogno di uno o due rialzi da 25 bp e poi aspettare per vederne gli effetti. Se questo forte dato sul lavoro comporterà che non ci saranno tagli nel 2023 e che saranno rinviati al 2024 ma che di contro si sarà evitata la recessione proprio per via di questo mercato del lavoro forte potrebbe decisamente non essere una cattiva notizia e la reazione scomposta  di venerdi possa rientrare nei ranghi dopo la riflessione del fine settimana. Siamo d’accordo che l’inizio di anno è stato spumeggiante, forse anche troppo, ma in realtà non si vedono motivi per i quali si debba ipotizzare un crollo. Ci sono certamente delle difficoltà ma la maggioranza di esse pare aver superato la fase acuta ( pensiamo all’inflazione, alla chiusura della Cina x covid, al conflitto in Ucraina) e le prospettive sono per un miglioramento, e sappiamo bene che i Mercati anticipano sempre i cicli economici.

Buona ottava per Piazza Affari ( + 1.94% e saldo 2023 a + 13.68%) che supera di slancio la resistenza dei 26680 punti e dopo un massimo a 27132 punti chiude a 26950 punti con volumi decisamente sopra la media.

Ad inizio settimana la trimestrale di Unicredit ha fatto volare Milano mentre in chiusura di ottava la trimestrale di Intesa ha pesato, anche se i dati usciti non sono sembrati negativi. Come ha detto anche il Governatore Visco, le nostre banche sono in salute e un rialzo dei tassi le aiuta. Se a questo aggiungiamo che il presidente di confindustria non vede recessione e si dice moderatamente positivo per il futuro ecco che Piazza Affari potrebbe allungare nel prossimo futuro fino a riportarsi verso area 28mila punti, massimi dei primi giorni del 2022 e da cui si è scesi a causa del conflitto che si avvicina a compiere il primo anno. Primo supporto per Milano i 26680 punti.

Analisi Settimanale FTSE-Mib alla chiusura del 03/02/2023
Analisi Settimanale FTSE-Mib alla chiusura del 03/02/2023

Come ipotizzato la scorsa settimana il DAX ( + 2.15% e saldo 2023 + 11.15%) ha prontamente recuperato ed ha sovraperformato rispetto a Milano.

Anche qui chiusura netta sopra la precedente resistenza ed ora primo supporto dei 15340 punti anche se non vi sono stati i volumi visti a Milano. Prima di tornare a sognare i 16mila punti l’indice tedesco dovrà fare i conti con i 15750 che per molte settimane a metà 2021 fu un livello invalicabile.

Analisi Settimanale DAX alla chiusura del 03/02/2023
Analisi Settimanale DAX alla chiusura del 03/02/2023

Se i listini europei hanno superato con convizione le loro importanti resistenze, lo stesso non lo possiamo dire per i listini americani che nonostante l’incremento dei volumi non hanno avuto ragione delle loro resistenze. Certamente ha influito l’attesa per la decisione della FED e successivamente le parole di Powell, ma la delusione maggiore è stata data dalle trimestrali delle aziende piu attese, pare evidente andando a guardare la seduta di venerdi sui grafici giornalieri dei tre indici. In ogni caso tranne una sbavatura per il DJ i numeri parlano di ulteriore settimana di rialzo e con volumi in rialzo, pertanto al momento il tempo resta impostato al bello. Come detto il DOW Jones ( – 0.15% e saldo 2023 a + 2.35%) è stato l’unico listino negativo questa ottava ed evidenzia la difficoltà di confermarsi in close sopra i 34mila punti, peraltro superati in settimana. La doji che chiude sotto la resistenza dopo il test del supporto e con volumi sopra la media ci dice che la lotta tra Orsi e Tori su questi titoli è veramente aspra. Solo un breakout dei 34200 punti dovrebbe riuscire a ridare direzionalità a questo indice. Bene il Nasdaq ( + 3.34% e saldo 2023 a + 14.93%) che si prende il titolo di miglior listino di settimana e dell’anno nonostante la lunga upper shadow che la dice lunga sulla delusione dei numeri delle big tech di giovedi sera. In ogni caso è interessante notare come dopo aver superato la prima resistenza dei 12200 punti sia poi andato al test della resistenza dinamica che pur essendo stata violata in intra ha poi fatto sentire la sua valenza in close. L’allungo non è arrivato a testare la resistenza statica dei 12970, essendosi fermato ad un massimo a 12880 punti. In ogni caso i forti volumi hanno dato indicazione di partecipazione al mercato per cui con le prossime trimestrali potremmo assistere ad un pronto recupero dei tecnologici ed un ritorno oltre i 13mila punti. Bene S&P500 ( + 1.61% e saldo 2023 a + 7.73%) che riparte dal livello di supporto dei 4020 punti per puntare la resistenza dei 4240 ( passando per la chiusura del gap evidenziato) alla quale si avvicina salvo poi ritracciare come già visto per gli altri indici USA. In ogni caso il close è sopra i 4100 punti, livello che definiva il bordo della tazza con manico che avrebbe un target in area 4400 punti. 

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