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Babbo Natale ci saluta senza il rally ma Wall Street inizia l’anno positiva

Settimana a cavallo di fine anno con i listini europei che hanno avuto la sola seduta di lunedì ancora ad appannaggio del 2024 mentre oltreoceano le quattro sedute si sono equamente divise tra 2024 e 2025. Questo anche per spiegare come le candele settimanali sui grafici potrebbero non corrispondere con i dati numerici che per i nostri conteggi si riferiscono esattamente all’anno solare. Risulta evidente dai volumi che anche questa settimana vi sia stato poco movimento e pertanto tutto debba essere preso con le pinze. Un fatto è chiaro ed ovvio, ossia il rally di Natale quest’anno non si è visto ma se andiamo a vedere ad esempio il nostro FTSE-MIB ed il DAX di fine 2023 inizio 2024 non è che le cose fossero molto diverse, eppure il 2024 ha regalato a questi listini dei guadagni rispettivamente del 12.6% e del 18.8%. Dall’altra parte dell’oceano solo il Dow Jones ebbe un inizio anno simile ai listini europei mentre il Nasdaq e l’ S&P500 dopo la prima settimana negativa iniziarono un movimento rialzista che poi alla fine del 2024 li ha premiati con performance superiori al 23%. Attendiamo quindi che si completi la prossima settimana, dove si dovrebbe tornare ad uno scambio che torni nella media, per dare una prima valutazione senza fare come alcune testate online che già prefigurano un 2025 nefasto a causa del mancato rally natalizio. Tra le varie notizie di rilievo segnaliamo le parole del presidente francese Macron, che respingendo le richieste di dimissioni ha però ammesso che lo scioglimento del parlamento non si sia dimostrata una scelta corretta. L’intenzione era di responsabilizzare i partiti alla costruzione di una nuova assemblea per affrontare in maniera migliore le difficoltà economiche del paese ed invece l’effetto ottenuto è stato quello di creare solo caos e scompiglio ed avere un paese senza guida. Dal 14 gennaio al 22 febbraio in Cina sarà festival di Primavera e l’amministrazione della aviazione civile cinese ha affermato che si aspettano un movimento superiore ai 90 milioni di cinesi con una media di oltre 18mila voli al giorno. Il Festival di Primavera è diventato un momento di viaggi e svago per la popolazione cinese e potrebbe anche diventare un periodo per far risollevare il settore del lusso, settore sul quale gli analisti di UBS restano molto cauti e che dipende molto proprio dagli acquisti dei consumatori cinesi.

Seconda settimana breve per Milano che per la quota 2025 registra un – 0.17% e disegnando una candela doji in linea con la chiusura dell’ottava precedente.

Si rimane al di sopra della ribassista ma anche ancora lontani da quei 35mila punti che se superati potrebbero essere il trampolino per un ulteriore allungo. In settimana focus su Unicredit che è in fase finale per un accordo sui NPL con Prelios e che per la scalata su Commerzbank si è avvalsa dell’aiuto di Citigroup che ne detiene il 5.1%. Probabilmente in questo 2025 Orcel svelerà il suo piano a tutto campo che dovrebbe prevedere oltre alla banca tedesca anche il rafforzamento nazionale nonostante le barricate.

Analisi FTSE-MIB settimanale alla chiusura del 03/01/2025
Analisi FTSE-MIB settimanale alla chiusura del 03/01/2025

Candela doji anche sul DAX che nel 2025 registra un – 0.01%, mantenendosi sopra la rialzista e rinviando alla prossima ottava qualsiasi decisione.

Nei giorni scorsi il dimissionario cancelliere tedesco avrebbe scritto alla connazionale Von der Leyen ( alle prese con una grave polmonite) chiedendo un vertice sulla industria dell’acciaio ed in special modo per il settore auto che viene schiacciato dalla concorrenza ( piu o meno sleale) della Cina. Pertanto anche la Germania si unisce al coro dei paesi che chiedono alla UE di rivedere le strette regole del Green Deal che finora anziché un benessere per il futuro sta portando solamente notevoli danni a tutto il settore automotive europeo.

Analisi DAX settimanale alla chiusura del 03/01/2025
Analisi DAX settimanale alla chiusura del 03/01/2025

Wall Street registra un inizio 2025 in positivo e sono due le principali notizie che l’hanno sostenuto.

La prima è che il capo della Sanità USA Vivek Murthy ha detto che le bevande alcoliche dovrebbero portare chiaramente sull’etichetta un avviso sui rischi di cancro, sostanzialmente chiede una legislazione tipo quella sul tabacco, riportando che l’alcool è la terza causa di cancro in USA dopo tabacco ed obesità. A suo giudizio i cittadini americani non sono a conoscenza di tale fatto e pertanto devono essere tutelati. All’atto pratico è accaduto che tutti i titoli del settore quotati sono andati incontro a perdite piu o meno pesanti ma con i titoli USA in calo tra l’1 e il 2% mentre i titoli europei hanno registrato perdite decisamente maggiori, con gli imminenti dazi di Trump a peggiorare il sentiment sugli stessi. Lo stesso presidente eletto si è poi personalmente speso per ottenere l’elezione dello speaker della Camera dopo il recente dissenso all’interno del partito come vi avevamo segnalato in un precedente articolo. Con questa vittoria, per quanto decisamente risicata, i repubblicani lunedì 6 gennaio potranno certificare senza problemi l’elezione di Trump e dare il via ad un biennio di totale controllo del congresso USA. Inizio d’anno soft per il Dow Jones con un modesto + 0.44% ma la candela disegnata sul grafico ci dice che il minimo di due settimane fa ha tenuto e la lunga lower shadow anticipa un probabile retest della resistenza dinamica nelle prossime settimane, considerando che viaggia a circa un migliaio di punti sopra l’attuale quotazione. Candela similare per il Nasdaq che però inizia il 2025 con un + 1.49% e punta ad un veloce ritorno oltre i 22mila punti. Candela analoga anche per S&P500 che registra un + 1.03% e che come il DJ tiene i minimi di due settimane fa e si riporta in prossimità dei 6mila punti da dove potrà poi far partire l’attacco al massimo storico di 6099.97 punti dello scorso 6 dicembre.

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