Wall Street in stallo con le sforbiciate del presidente, Europa corre ma.….

Sono trascorse appena tre settimane da quando alla Casa Bianca si è insediato il nuovo inquilino ma se andiamo a guardare quante ordinanze ha firmato pare che stia in carica da almeno un trimestre ! Al momento la sua pare una corsa sfrenata al taglio delle spese, porta gli USA fuori da tutta una serie di enti ed organizzazioni internazionali, ha sguinzagliato Musk ed il suo dipartimento per l’efficienza governativa a mettere mano ovunque ritenga ci siano sprechi e risorse mal gestite. Ha già annunciato che rimetterà in discussione buona parte dei fondi concessi alle varie agenzie militari, ha chiuso l’Usaid, ha tagliato l’assistenza finanziaria al Sudafrica a seguito di una loro nuova legge di politica territoriale ed infine ha dichiarato che nella prossima settimana annuncerà dazi reciproci con molti paesi. Dopo i dazi imposti e sospesi contro Canada e Messico e contro la Cina , pare evidente che adesso le mire di Trump si stiano spostando verso l’Europa, rea a suo giudizio di mantenere un rapporto sbilanciato tra le parti. Per questo motivo la UE sta correndo ai ripari e se di facciata si dice pronta a ribattere agli eventuali dazi americano con delle contromisure, sotto traccia si sta lavorando affinché le parti si possano incontrare e cercare di risolvere in maniera soft il contenzioso. A riguardo il Financial Times ha intervistato Bernd Lange, presidente della commissione per il commercio del parlamento europeo che è a conoscenza di colloqui relativi alla riduzione della tassa di importazione per portarla ad un valore vicino a quel 2.5% che gli USA applicano ai prodotti europei. Vi sarebbe anche la volontà di acquistare petrolio ed armi dagli USA per cercare di rendere meno squilibrato il deficit commerciale tra le due sponde dell’atlantico e rendere cosi Trump meno aggressivo. Sempre in Europa si iniziano a vedere spiragli per qualche apertura al mondo delle auto, a Bruxelles sono all’esame soluzioni per la salvaguardia dell’intero settore automotive e tra le prime risposte pare ci sia la possibilità di andare oltre il 2035 per le ibride plug-in. La Bank of England ha tagliato i tassi di 25 punti base vista la difficile situazione dell’economia del regno unito, anche se tale decisione non è stata unanime.

Altra settimana interlocutoria per i principali listini ma Milano ( + 1.60% e saldo 2025 a + 8.39%) ha decisamente sovraperformato spinta dalle banche, il FTSE-IT banche è salito di oltre il 4%.

Tra le notizie maggiori l’acquisizione di Unicredit di un ulteriore pacchetto azionario di Generali, salendo a circa il 4% ed intromettendosi anche in questa partita del risiko bancario tra MPS e Mediobanca. Ma il mercato è rimasto anche sorpreso dall’ OPS di Bper verso Bca Sondrio, che non ha particolarmente apprezzato l’interesse, anche se pare abbastanza evidente come questa sia la mossa di Unipol ( maggiore azionista di entrambe le banche) per non rimanere schiacciata e fuori dai giochi, anticipando le mosse per ergersi a terzo polo dopo che l’ipotesi di costruirlo attorno a BPM pare sfumata a seguito della mossa di Unicredit. Milano è tornata sopra i 37mila punti, allungandosi a 37181 e chiudendo la settimana a 37055 dopo aver tutto sommato confermato i minimi della scorsa ottava. Primo supporto quindi sui 35800 punti mentre la prima resistenza è data dall’attuale massimo e come già detto nello scorso video fino a 37500 grossi ostacoli sulla strada non ci sono.

Il DAX ( + 0.25% e saldo 2025 a + 9.43%) registra un nuovo massimo storico a 21945 punti portandosi ad un soffio da quota 22mila.

Però un piccolo campanellino d’allarme inizia a suonare, sul grafico è rimasta una upper shadow ed i volumi sono stati in leggero calo, a differenza di Milano. Vero che a gennaio il PMI composite tedesco si è riportato oltre i 50 punti dopo mezz’anno ma il manifatturiero è in netta difficoltà e la produzione industriale è calata a – 2.4% dal precedente + 1.3%. Come se non bastassero i freddi numeri economici la Germania, si prepara al voto del 23 febbraio oramai prossimo e i candidati sono oramai agli sforzi finali. Il favorito Merz della CDU con il 30% dell’ultimo sondaggio nel tentativo di non perdere voti a favore dell’ AFD della Weidel che si oppone alla immigrazione e all’integrazione e che stà raccogliendo circa un 20% dei sondaggi, ha presentato un piano in 5 punti contro l’immigrazione raccogliendo pertanto la soddisfazione della Weidel. Questa apertura , peraltro molto criticata, è in realtà una prosecuzione di quanto già Scholz abbia fatto nel 2024 pur senza darne risalto e potrebbe portare a Merz una parte dei voti di protesta dell’AFD. Scholz rimane nei sondaggi su un 15% cosi come i verdi. Graficamente non è cambiato nulla per il DAX, supporto sui 21mila punti, resistenza sui 22mila punti , un orecchio a quanto dirà Trump su eventuali dazi che potrebbero dare un ulteriore colpo alla fragile economia tedesca e la seduta negativa del dax di venerdì che potrebbe segnalare la necessità di scaricare qualche eccesso.

L’eurostox50 è l’indice delle maggiori 50 blue chips europee e contiene al suo interno titoli italiani, tedeschi, francesi, olandesi, spagnoli ed anche un belga, un finlandese ed uno svedese.

Ci permetterà di avere uno sguardo più completo su cosa accade nella nostra cara e vecchia europa. Abbiamo tracciato una rialzista partita da fine 2022 ed abbiamo segnato le due maggiori resistenze che hanno frenato i rialzi nel 2023 e nel 2024. Questo inizio 2025 è partito con un breakout ed una spinta diretta verso il massimo storico del 2000 a 5522 punti, vedremo se ci arriverà e se quel livello sarà la resistenza per il 2025. volumi dell’ultima settimana sopra alla media. Primo supporto i 5085 punti.

Abbiamo detto come una delle prime mosse di Trump sia stata quella di chiudere USAid, agenzia per lo sviluppo ed assistenza per aiuti umanitari ed economici in tutto il mondo, fondata da JFK nel lontano 1961.

Stiamo leggendo ogni sorta di notizie a riguardo e probabilmente qualcosa di vero a riguardo delle accuse del presidente a questo ente ci sarà. Come sempre non tutte le buone cause vengono poi gestite al meglio e nelle molteplici attività è facile che qualche aiuto sia andato a chi non dovesse averlo. Certo poteva essere svolta qualche inchiesta invece della drastica chiusura, ma conosciamo le modalità di Trump. Quello che però non ha valutato fino in fondo è come questa organizzazione, presente in maniera capillare nel globo, fosse comunque una emanazione della forza degli USA. Non a caso in maniera repentina si è mossa la Cina che con la sua China aid ( CIDCA ) ha subito cercato di occupare gli spazi lasciati liberi dagli americani. dal CFR dicono testualmente : Gli Stati Uniti stanno offrendo su un piatto d’argento alla Cina l’opportunità perfetta per espandere la propria influenza, in un momento in cui l’economia cinese non sta andando molto bene. Quello che Trump sta facendo è fondamentalmente fornire alla Cina un’opportunità perfetta per ripensare, rinnovare i progetti di soft power e tornare sulla strada della leadership transglobale. La domanda adesso è : Errore di valutazione o moneta di scambio ? Già perché Trump sarebbe spinto da non pochi repubblicani alla Camera a riconoscere ufficialmente Taiwan come autonoma e di sostenerne l’ingresso nelle organizzazioni commerciali internazionali e di negoziare un bilaterale di libero scambio. Immaginate l’ira del presidente cinese XI ? Dow Jones ( – 0.54% e saldo 2025 a + 4.13%) continua a trovare resistenza sulla rialzista e questa settimana si intersecava anche il bordo inferiore del ripido canale. Sfiorati i 45mila punti ( 44966 di massimo) ha poi chiuso negativo a 44303 punti con volumi in netto calo rispetto alla scorsa ottava pur rimanendo sopra alla media. L’ombra superiore decisamente maggiore di quella inferiore lascia immaginare che nella prossima ottava si possa continuare ad avere debolezza e magari tornare sui 43300 / 43500 punti. solo un deciso superamento dei 45mila punti riporterebbe l’indice della old economy all’interno del del canale rialzista. Unico listino positivo a Wall Street il Nasdaq ( + 0.06% e saldo 2025 a + 2.28%) ma come si vede anche qui non è che ci sia da fare festa. Vero che ha tenuto i minimi della scorsa ottava ma la upper shadow conferma che in area 21850 punti arrivino sistematicamente le vendite. Supporto sui 21mila punti e resistenza sui 22mila punti , come il dax ! Settimana piena di trimestrali anche la prossima e molto dipenderà da quelle che saranno le guidance che le aziende forniranno. Peggio S&P500 ( – 0.24% e saldo 2025 a + 2.45%) che pur chiudendo sopra i minimi della scorsa ottava ne aveva perduto il livello scendendo fino a 5923 punti. Recuperata quota 6mila in chiusura servirà qualcosa di più la prossima settimana per riportarsi oltre i 6100 punti, altrimenti pare probabile una discesa almeno fino ai 5800 punti. Segnaliamo che a differenza degli altri indici americani, su S&P500 i volumi siano stati decisamente elevati e quasi in linea a quelli della scorsa ottava

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