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A tutto Trump ma con un occhio ai dati del lavoro.

Mancano ancora una decina di giorni all’insediamento di Trump alla Casa Bianca per il suo secondo mandato presidenziale ma in pratica ogni giorno sui giornali vi è stata almeno una notizia che lo vedeva protagonista. Il prossimo presidente americano, che si era autodefinito il primo dopo decenni a non aver aver fatto una guerra durante il suo mandato, ha aperto la settimana dicendo che gli USA hanno la necessità di controllare il canale di Panama e la Groenlandia cosi come di avere il Canada come 51 stato federale. Re Federico di Danimarca ha fatto modificare lo stemma reale per mettere in evidenza sia la stessa Groenlandia che le isole Far Oer, la comunità europea è insorta a difesa dei propri confini definendoli inviolabili, la popolazione della piu grande isola del mondo ha colto la palla al balzo per confermare la propria volontà di indipendenza pur senza dare alcun appiglio al prossimo presidente americano. Il leader canadese si è dimesso dal suo partito e lascerà l’incarico di premier  al suo successore quando questi verrà eletto. Ma Trump ha anche minacciato Hamas definendoli i “macellai del 7 ottobre”ed invitato a liberare gli ostaggi ancora in suo possesso entro la data del suo insediamento altrimenti ” ci sarà un inferno da pagare”. Non si conoscono le risposte di Hamas ma conosciamo invece la risposta del Cremlino all’annuncio del presidente eletto che sta organizzando un incontro con Putin per ” terminare quel pasticcio sanguinoso” che è il conflitto nell’est europa. La Russia conferma di essere disponibile a colloqui con il nuovo presidente USA e non pone pregiudiziali. Venerdi era atteso poi il verdetto di colpevolezza contro Trump per il caso Stormy Daniels, dopo che Trump aveva inutilmente cercato in tutti i modi di evitare la condanna. Alla fine tutta la questione si è risolta con una sentenza di condanna e di ” scarcerazione incondizionata”  per Trump che poi si è rivolto alla stampa alla sua maniera attaccando a testa bassa il giudice e tutto il sistema giudiziario americano per aver speso milioni di dollari che potevano essere meglio destinati. Ma questa era anche la settimana del dato dei NFP, ossia un importante dato del lavoro che potrebbe influenzare la FED oltre alle temute politiche inflazionistiche del neo eletto presidente. Ed il dato è uscito decisamente positivo, dandoci una immagine di forza dell’economia a stelle e strisce e pertanto l’immediata reazione al ribasso dei Mercati ha sostanzialmente sancito lo stop della FED ai tagli almeno fino alla riunione di giugno e forse per tutto il 2025. Per il resto segnaliamo il violento sisma che ha colpito il Tibet, il terribile incendio che continua a fare enormi danni a Los Angeles e che tra tagli al bilancio dei pompieri , siccità, vento che alimenta le fiamme e impedisce il lavoro dei mezzi aerei provocherà una tempesta politica con Trump che ha già usato parole pesanti contro tutta la giunta locale.

Miglior listino di settimana il nostro FTSE-MIB ( + 2.81% e saldo 2025 a + 2.64%) che si riporta oltre i 35mila punti e con volumi tornati in media dopo le festività e dove il dato dei NFP ha disegnato una upper Shadow che avremmo volentieri evitato.

Vediamo quale sarà il contraccolpo su Wall Street, come verrà digerita questa forza della loro economia e se sarà stato solo un mal di pancia isolato o se invece la reazione dei Mercati alla fine temporanea del taglio dei tassi USA durerà. Resistenza rimane il massimo di maggio ante stacco dividendi a 35474 punti, livello quasi sfiorato in settimana ( 35433) e che se superato dovrebbe dare un bel segnale di forza. Per quanto riguarda il supporto abbiamo tracciato una nuova rialzista di breve che per la prossima ottava transiterà a 33617.

Bene anche il DAX ( + 1.55% e saldo 2025 a + 1.54%) che continua a rimanere al di sopra della rialzista e che anche lui paga con una pronunciata upper Shadow il forte dato del lavoro USA.

E dire che la settimana si era aperta con un dato dell’inflazione uscito sopra le attese e con un nuovo calo degli ordini di fabbrica che non portano ad intravedere una ripresa del settore manifatturiero nazionale. Ciò nonostante il DAX è arrivato molto vicino al suo massimo storico ( 20522) e solo il dato USA ha impedito che già in questa ottava ( massimo a 20480) ci si andasse sopra. Primo supporto la rialzista che per la prossima settimana transiterà a 19836 punti mentre come detto la resistenza è oramai di fatto il massimo storico. Volumi tornati normali, anzi un filo sopra alla media.

A Wall Street oltre alle esternazioni a tutto campo di Trump hanno tenuto banco le minute della riunione della FED di dicembre

Pur senza nominare il presidente eletto, il resoconto della riunione contiene almeno quattro riferimenti all’effetto che i cambiamenti nelle politiche di immigrazione e commercio potranno avere sull’economia statunitense. Nei verbali si legge che quasi tutti i partecipanti hanno ritenuto che i rischi al rialzo per le prospettive di inflazione siano aumentati. Molti partecipanti hanno suggerito come una serie di fattori consigli una necessità di un attento approccio alle decisioni di politica monetaria nei prossimi trimestri. Insomma la cautela sarà massima e ovviamente si dovrà attendere di vedere cosa farà realmente Trump e di come reagiranno Mercati ed economia. Considerando la chiusura di Wall Street la giornata di giovedì 9 gennaio per la celebrazione del funerale dell’ex presidente Carter, i volumi in media fanno capire come in realtà i movimenti siano stati elevati, a dare importanza quindi al movimento. Tutti negativi a partire dal Dow Jones ( – 1.85% e saldo 2025 a – 1.42%) che si avvicina pericolosamente al supporto dei 41577 e che avrebbe un arrivo in area 40mila punti se rotto. Prima resistenza area 43mila punti, ossia i massimi della long candle di questa ottava. Peggior listino di settimana il Nasdaq ( – 2.24% e saldo 2025 a – 0.78%) che disegna una brutta candela che si era aperta in gap up e si è chiusa poco sopra i minimi della scorsa ottava dopo essere scesa sotto. I volumi però riflettono la seduta di chiusura e questo porta a ritenere che le vendite non siano stato un selloff. La rialzista di supporto è ancora lontana sui 20250 punti ma solo un ritorno sopra i 21700 cambierà l’inerzia. Grafico similare per S&P500 ( – 1.94% e saldo 2025 a – 0.93%) che apre l’ottava in gap up per poi chiudere due punti sotto al minimo precedente a 5827 mentre ora il primo livello di supporto è 5693

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