Una questione di squilibri

Lo avevamo già detto la scorsa settimana che per l’amministrazione americana la copertura dei dazi era in realtà un tentativo per cercare di risolvere l’annoso problema del deficit commerciale che gli USA hanno con il resto del mondo. Questo avviene per vari motivi, il primo e più evidente è la delocalizzazione verso i paesi asiatici di molti processi produttivi che erano e sono ancora a costi inferiori rispetto a quelli equivalenti in madrepatria. Secondo motivo, gli americani tendono a fagocitare tutto ciò che è surplus produttivo di molteplici settori, spesso a causa di legislazioni per le quali cibi e prodotti made in USA non hanno standard minimi richiesti in altri stati, possiamo citare come esempio la bevanda a marchio fanta. Quella prodotta in USA contiene sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio e coloranti alimentari, mentre la Fanta italiana è prodotta con succo d’arancia 100% italiano. Un italiano che trovandosi in USA chiedesse una fanta si troverebbe a bere una cosa del tutto diversa da quel che si aspetta. In pratica la Fanta EU è più vicina a una soda al succo d’arancia che ad altro, mentre la Fanta americana è più una soda all’arancia candita. Questo avviene per molteplici prodotti che a causa della vigente legislazione sono meno attenti alla salute dei cittadini. L’insieme di tutte queste cose porta gli USA ad importare e a non riuscire ad esportare, pensiamo ad esempio alla carne made in USA con gli ormoni o geneticamente modificata che in europa per motivi di sicurezza e rischi per la salute non può essere commercializzata. Ed anche se vi sono delle vittorie in tribunale degli USA contro alcuni di questi regolamenti, la UE non li ha mai revocati rendendo di fatto illegale da noi quel tipo di produzione americana.

Di contro ci troviamo con la Cina che ha invece un forte squilibrio economico in quanto vi sono investimenti molto elevati da parte del governo centrale, effettuati in varie forme sia direttamente che indirettamente a fronte di un consumo interno decisamente troppo basso. In buona sostanza la Cina produce tanto, troppo oltre le proprie necessità e deve pertanto esportare. Pechino è ben cosciente che deve lavorare su questo fronte, ossia ridurre gli investimenti e far partire il consumo interno. In realtà le cose sono già ben avviate su questa strada, basta considerare che nel 2006 le esportazioni della Cina erano il 36% del PIL mentre nel 2023 tale percentuale era scesa al 19%  Se ci addentriamo nei numeri viene fuori che l’export cinese verso gli USA è solo il 2.3% del PIL e da alcuni anni il governo presieduto da Xi Jinping sta lavorando per far si che quella quota possa essere assorbita dal mercato interno. Con queste informazioni appare più chiaro perché la Cina stia rispondendo colpo su colpo ai dazi imposti da Trump per cercare di ridurre il suo deficit commerciale con il paese del dragone, in buona sostanza sa bene che a perdere sarebbero i cittadini americani. Ricordiamo il recente incontro del presidente cinese con il premier spagnolo Sanchez dove si è parlato di difesa di globalizzazione e la cui dichiarazione finale è esplicativa : «Cina e UE devono assumersi le loro responsabilità internazionali, difendere insieme il processo di globalizzazione economica e l’ambiente commerciale internazionale, e opporsi congiuntamente agli atti unilaterali di bullismo». Chissà a chi pensavano …..

Trump aspetta che sia il suo omologo cinese a fare il primo passo per cercare un accordo, e sappiamo bene come poi enfatizzerebbe questo che a suo avviso sarebbe una manifesta sottomissione al potere americano. Per quanto scritto sopra Pechino si rifiuta di organizzare una telefonata tra le parti, se poi sarà Trump a voler fare il primo passo…..

Settimana negativa per Milano ( – 1.79% e saldo 2025 a – 0.46%) che disegna una candela da oltre 3500 punti di range dopo una apertura in linea con il minimo precedente.

Inizialmente in caduta libera con un minimo sotto i 32mila punti dopo aver perduto sia il supporto statico che quello dinamico, poi dopo le parole di Trump che annunciava la sospensione di 90 giorni dei dazi ovvia giravolta ( qualcuno ha detto manipolazione dei Mercati ?? ) con partenza arazzo per riportare Milano a sfiorare i 35500 punti, dopodiché la forte resistenza in area 35mila punti composta dall’incrocio di statica e dinamica ha riportato l’indice di casa nostra a chiudere poco sotto il valore di apertura. Volumi in linea con quelli della scorsa ottava, sopra alla media ma non elevatissimi segnalando che tutto sommato per la volatilità che si è creata molti investitori hanno avuto un discreto autocontrollo. Primo supporto 33323 punti, prima resistenza area 35mila punti. dopo la chiusura della settimana è arrivata la notizia che S&P ha alzato il rating dell’Italia a BBB+ da BBB con outlook stabile e questo potrebbe riportare investitori esteri.

In Germania è stato trovato l’accordo tra la CDU e SPD e Merz, che aveva promesso che tale accordo sarebbe stato trovato entro Pasqua, diventerà il nuovo cancelliere.

Nei sondaggi però è stato raggiunto al 24% da AfD che resta il maggiore antagonista politico. Nel frattempo gli istituti economici tedeschi tagliano le stime e vedono per il 2025 un PIL al + 0.1% con il tasso di inflazione confermato al 2.2%. La guerra dei dazi miete una vittima illustre, Audi si trova a non riuscire più a vendere in USA il suo best seller SUV Q5. Il DAX ( – 1.29% e saldo 2025 a + 2.34%) si è comportato in maniera diversa con una apertura di settimana in profondo gap down sotto il supporto dei 18853 punti e dopo essere sceso frazionalmente sotto i 18500 punti ha invertito la rotta ed ha segnato un recupero costante superando prima la rialzista e poi la resistenza statica a 20467 punti. Si è allungato sino ai 21300 punti prima di cedere terreno ed andare a chiudere l’ottava subito sotto la resistenza. Primo supporto la rialzista a 20229 punti dopodichè abbiamo disegnato un nuovo livello in area 19700 punti. Segnaliamo che sul DAX i volumi sono stati decisamente elevati

L’indice delle blue Chips ( – 1.86% e saldo 2025 a – 2.22%) europee ha avuto una candela similare a quella di Milano ed i volumi in linea con quelli del DAX.

Apertura sui minimi della candela precedente, perdita di due supporti statici con un minimo a 4540 punti, poi inversione alle parole di Trump si riporta sopra i due livelli citati poc’anzi e allungo al test della rialzista a 4987 punti. Quindi ripiega per chiudere sotto la resistenza statica dei 4833 punti, che saranno prima resistenza per la prossima ottava. Primo supporto i 4709 punti.

Probabilmente alla Casa bianca continuano ad esserci scambi di vedute tra i vari consiglieri

Il presidente Trump da pochi minuti ha esentato dai dazi reciproci tutti i dispositivi elettronici, andando pertanto a proteggere i propri consumatori da un effetto shock dei prezzi ( ricordiamo come Apple abbia fatto arrivare in USA in settimana alcuni voli commerciali carichi di Iphone dalle proprie aziende fornitrici per poter garantire una scorta al mercato interno per qualche mese) e beneficiando di conseguenza i relativi produttori, primi tra tutti Apple e Samsung. Diventa sempre meno chiara e nebulosa a questo punto la strategia adottata da Washington, vedremo cosa accadrà di nuovo nella prossima settimana. Sarò una settimana di Pace approssimandosi alla santa Pasqua ? oppure una nuova settimana di passione ? Apertura in gap down per il Dow Jones ( + 4.95% e saldo 2025 a – 5.48%) che poi scende ancora a bucare due supporti ( 37600 e 36970 punti) con un minimo a 36611 punti, poi inversione e sparata fino al test della rialzista, anche superata con un massimo a 40778 punti e infine chiusura a 40212 punti subito sotto la rialzista che per la prossima ottava sarà resistenza a 40550 punti. volumi molto elevati e dopo le ultime esenzioni è probabile che il DJ possa riportarsi almeno in are  41500 punti. Miglior listino di settimana il Nasdaq ( + 7.42% e saldo 2025 a – 11.05%) che però resta il peggiore da inizio anno. apertura di settimana in profondo gap down al test del supporto dei 16612 punti e da qui è stata solo salita. Si è riportato oltre le resistenze a 17400 e 18400 punti ed ha poi chiuso a 18690 dopo un massimo a 19234 punti. Prima resistenza a 19840 punti, primo supporto la statica a 18400 punti. come già detto per il DJ con le ultime esenzioni che favoriscono le apparecchiature elettroniche è molto probabile che il Nasdaq vada incontro ad un’altra settimana di recupero e potrebbe agevolmente riportarsi oltre quota 20mila punti. Situazione similare per S&P500 ( + 5.70% e saldo 2025 a – 8.81%) che apre in gap down precisamente sul supporto dei 4953 punti per poi cedere ancora un centinaio di punti e quindi invertire la rotta che l’ha portata al test preciso della rialzista sul massimo a 5481 per poi chiudere poco sotto a 5363 punti. Prima resistenza la rialzista a 5458, primo supporto la rialzista a 5234, volumi elevatissimi anche su S&P500 che potrebbe mettere nel mirino anche la resistenza dinamica a 5602 punti.

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