Prosegue senza soste l’avanzata delle truppe russe all’interno dei territori dell’ Ucraina, cosi come senza sosta proseguono le telefonate dei capi di stato europei al presidente russo per fermarle, ma a quanto pare senza alcun risultato. Di poco fà l’agenzia di stampa con le parole del presidente francese Macron che recita : “Putin non dà segno di voler porre fine alla guerra”.
Anche le immagini dei carri armati russi con la bandiera dell’unione sovietica lasciano presagire che probabilmente l’Ucraina sarà solo un tassello di un puzzle piu grande che è stato pianificato a tavolino già ai tempi della invasione della Crimea, nel 2014.
Dopo le pesanti perdite dei listini europei della scorsa ottava, questa settimana abbiamo assistito ad un piccolo rimbalzo a seguito dell’apertura avvenuta in gap down. Diversa la situazione a Wall Street che la scorsa ottava aveva tutto sommato tenuto ma che invece in questa ottava ha registrato performance peggiori anche se nella sommatoria non ha ancora perso quanto i listini europei. Del resto basta guardare i grafici per rendersi conto che in Europa si sono toccati livelli che non si vedevano dalla fine del 2020 mentre in USA
sono stati toccati livelli che si erano visti a marzo 2021 per il Dow Jones e Maggio 2021 per Nasdaq e S&P500. Una annotazione prettamente numerica ma che la dice lunga sulla forza relativa dei singoli listini : Milano nelle ultime 3 settimane ha perso il 9.99%, il DAX il 5.92%, il Dow Jones il 3.07%, il Nasdaq il 5.43%, l’S&P500 il 3.79%
Sono stati toccati i minimi ?
Questa la domanda prevalente che ci si pone ed ovviamente nessuno può avere la risposta. Dipenderà innanzi tutto dalla volontà di tutte le parti in causa di porre fine a questo assurdo conflitto che è giunto quando ancora non ci si era ripresi da due anni di pandemia, peraltro non ancora dichiarata passata e pertanto passibile di ripresentarsi con una nuova mutazione.
Le economie che stavano pian piano ripartendo dovranno ora confrontarsi con nuove problematiche, che saranno sempre maggiori con l’allungarsi dei tempi del conflitto ed anche le banche centrali stanno rivalutando le loro road-map per il rialzo dei tassi a seguito di quanto accade nell’est-europa.
Tecnicamente la candela disegnata sul grafico di Milano ( + 2.56% e saldo 2022 a – 15.74%) con apertura in gap down, discesa a testare un livello importante e ripartenza sarebbe una gran bella candela…
… se non fosse che un rimbalzo dopo l’eccesso è quasi fisiologico e che purtroppo basterà una nuova qualsiasi cattiva notizia a riportare Piazza Affari sui minimi appena visti. Di contro però se dovessero arrivare i primi spiragli di luce per la fine del conflitto ecco che il Mercato ha mostrato in 10 minuti nella seduta di venerdi di essere pronto a recuperare come dimostrano gli oltre 650 punti di indice, che al momento sono buona parte della upper shadow sul grafico. Aggiungiamo anche che i volumi sono stati in aumento e decisamente sopra la media, potrebbe essere un segnale di esaurimento del movimento anche se non si sono ancora toccati i volumi visti sul minimo della discesa di marzo 2020.
Il ragionamento fatto su Milano può essere fatto anche per il DAX ( + 4.07% e saldo 2022 a – 14.21%)
con la minima differenza che ha aperto con un gap down maggiore e più a ridosso di una importante area di supporto e che ha disegnato una upper shadow meno importante rispetto a Milano, per il resto valgono le medesime considerazioni. Volumi in crescita e ben oltre la media a confermare la tensione sui Mercati. Da notare che nelle ultime tre settimane il DAX ha fatto meglio di Piazza Affari passando da un ritardo di 2.54 punti percentuali ad un vantaggio di 1.53 punti percentuali, ossia ben oltre i 4 punti percentuali.
Mentre i listini europei sono tornati sui livelli di più di un anno fà, a Wall Street i listini non sono scesi sotto i minimi registrati un paio di settimane orsono con la lunga lower shadow.
Basta un semplice confronto tra i vari listini con i ritracciamenti di fibonacci per rendersi conto della differenza di tenuta tra i listini europei e quelli americani, ma anche il confronto sui volumi è interessante : benchè abbiano un movimento analogo come incremento, i listini USA hanno scambiato poco sopra la media a differenza dei listini europei che hanno visto volumi quasi il doppio della media. Il Dow Jones ( – 1.99% e saldo 2022 a – 9.34%) è attualmente il miglior listino per l’anno in corso, l’unico ancora in “single digit” , ma avendo chiuso sotto il supporto dei 33260 punti è quello che potrebbe avere maggiori problemi in quanto non è vicino un livello successivo, se escludiamo il minimo di un paio di settimane fà. Di contro il Nasdaq ( – 3.87% e saldo 2022 a – 18.49%) è stato il peggior listino di settimana e dell’anno in corso , ma si trova ora nelle vicinanze dell’area supportiva composta dal minimo della candela di un paio di settimane fà e il supporto dei 12960 punti. Situazione similare per S&P500 ( – 2.87% e saldo 2022 a – 11.79%) che chiuso anc’esso sotto il supporto dei 4238 ma nelle vicinanze ha il minimo di due settimane fà a 4114 e poi incontra la rialzista sui 4080 punti. ricordiamo che a 4020 punti andrebbe a chiudere un gap up lasciato aperto ad aprile 2021.