La BCE si smarca dalla FED ma si addensano nuvole nere all’orizzonte.
Era la settimana della BCE e ci si attendeva da Francoforte una indicazione per l’inizio del taglio dei tassi. Il “dico non dico” della Lagarde era atteso ma un leggero cambio della retorica porta a ritenere che , salvo eventi particolari, sarà giugno il mese del primo taglio. Piuttosto gli analisti non sono piu compatti per un taglio globale nel 2024 di 100 punti e c’è chi ritiene che dopo giugno si dovrà attendere la FED a settembre e magari avere solo 75 punti di taglio . Di fondo rimane il fatto che non vi sia possibilità di comparazione tra l’economia europea e quella americana, con la prima che annaspa e che avrebbe bisogno di una boccata d’ossigeno. Di contro arriva la notizia che la Gran Bretagna, seppur con un modesto + 0.1% sia uscita dalla fase di recessione soprattutto grazie alla produzione industriale. L’attenzione però si è rapidamente spostata sul Medio Oriente dove l’Iran ha reiterato le minacce ad Israele ed ha anche ammonito gli USA a rimanerne fuori. Naturalmente gli USA non si sono lasciati intimorire dalle parole dell’ Iran e le forze navali USA sono in ogni caso pronte ad intercettare dal mar rosso gli attacchi con i droni contro Israele anche se ovviamente cercheranno di evitare un allargamento del conflitto. I Mercati hanno ascoltato l’avvertimento e senza volumi alti hanno però preso con ulteriore convinzione la via del ribasso chiudendo l’ottava sotto livelli importanti, con il solo Nasdaq a tenere il numero tondo ed il supporto.
Settimana negativa per Milano ( – 0.72% e saldo 2024 a + 11.24%) che però nel complesso tiene chiudendo a 33764 punti rimbalzando dal minimo di 33519.
Volumi in leggero aumento ma ancora sotto la media a confermare che vi è attenzione alla situazione che potrebbe diventare critica ma al momento ancora sotto controllo. Del resto pare che il primo taglio della BCE sia in vista per cui se non ci fossero i problemi geopolitici di cui sopra forse oggi staremmo commentando un grafico diverso. Primo supporto possiamo prendere quindi i 33500 punti mentre il primo obiettivo al rialzo è il ritorno al test dei 35mila punti.
Situazione similare ma non uguale sul DAX ( – 1.34% e saldo 2024 a + 7.04%) che perde anche i 18mila punti e chiude a 17930, poco sopra il minimo dei 17860 punti.
A differenza di Milano notiamo maggiori volumi, saliti sopra la media e una lower shadow poco pronunciata. Sostanzialmente l’indice tedesco ha recuperato quanto si era tenuto in mano la scorsa ottava rispetto a Milano. Primo supporto in area 17650 punti circa e prima recupera area 18mila punti meglio è per mantenere il trend rialzista in atto.
La settimana di Wall Street si era aperta con il ritorno a casa della Yellen dopo il viaggio a Pechino
le sue parole “nodo sovraccapacità non è un sentimento anti Cina” erano un chiaro segnale di voler cercare una strada comune anche se nella medesima intervista ha parlato di voler mantenere sul tavolo tutte le possibilità compresa quella di dazi alle esportazioni cinesi di energia green. Questo la dice lunga sulla complessità della questione e che certamente comprende , benchè non in maniera evidente, lo spinoso nodo Taiwan con la relativa fonderia della TSMC che produce da sola il 90% dei chip mondiali. Come dicevamo anche la scorsa settimana gli USA stanno cercando di spengere gli incendi per poter avere una campagna presidenziale tranquilla ma i fronti su cui lavorare sono tanti. A proposito di campagna elettorale nonostante Trump sia riuscito tramite la quotazione in borsa tramite spac della sua azienda e pertanto a pagare la multa, gli ultimi sondaggi riportano che Biden stia tenendo bene e che forse potrebbe essere in leggero vantaggio secondo gli ultimi sondaggi. Seconda long black per il Dow Jones ( – 2.36% e saldo 2024 a + 0.78%) che si riporta ai livelli di fine gennaio con volumi oltre la media e una quasi inesistente lower shadow. Certamente la trimestrale di JPM e la debolezza di Intel hanno inciso molto sul DJ che avendo perso il supporto dei 38mila punti pare indirizzato al retest dei 36960. Solo un pronto recupero di area 39mila potrebbe evitare tale discesa, vediamo se le trimestrali della prossima settimana aiuteranno e soprattutto se verranno evitati peggioramenti in Medio Oriente. Miglior listino di settimana il Nasdaq ( – 0.58% e saldo 2024 a + 7.00%) che resiste sopra il supporto dinamico dei 17990 punti che si conferma ancora una volta. Per la prossima settimana il livello sarà 18026 e pertanto servirà una candela verde al listino tecnologico per potersi mantenere al di sopra. La resistenza transiterà a 18478 punti ed anche quella dinamica nelle ultime settimane si è fatta sentire. Vedremo se qualche trimestrale possa permettere un breakout oltre tale livello. In ogni caso sul Nasdaq questa settimana i volumi sono stati in leggero decremento rispetto alla scorsa ottava e sono rimasti sotto alla media. S&P500 ( – 1.55% e saldo 2024 a + 7.41%) perde il supporto ma anche qui i volumi sono stati in leggero decremento a segnalare che per il momento vi sia senz’altro attenzione alla situazione ma ancora nessun panico e relativo selloff. Un rapido recupero dei 5189 punti, ora resistenza, farebbe passare l’attuale candela come un incidente di percorso. Se invece non si dovesse riuscire a tornare sopra si dovrà iniziare a guardare area 4920 punti e successivamente a quel gap ancora aperto a 4715 punti, anche se in realtà vi sarebbe prima il supporto dinamico in area 4860 punti.