Ci sono poche parole per descrivere quanto accaduto sui listini azionari questa settimana, una di queste è “panico”. Pare che alla fine tutti abbiano aperto gli occhi e si rendano conto che combattere questo virus non è esattamente come combattere una influenza di stagione…… eppure i filmati che giungevano dalla Cina a gennaio ci mostravano immagini che dovevano lasciare intendere che le autorità avevano capito la gravità della questione ed avevano introdotto regole ferre da legge marziale, regole che al resto del mondo apparivano troppo rigide ed improprie, degne di un regime. Oggi la Cina rialza la testa mentre tutta europa è in ginocchio, anche gli USA che parevano “snobbare” la questione si sono trovati in emergenza ma forse le reazioni dell’ultima ora e l’esperienza fatta vedendo il dramma europeo li aiuterà a subire danni contenuti. Questo è almeno quel che esce dall’analisi dei grafici settimanali, dove i listini europei sprofondano del 20% in 5 sedute mentre a Wall Street hanno conenuto le perdite tra il 6 e il 10%.
Piazza Affari ( – 23.29% e saldo 2020 a – 32.13%) indossa la maglia nera questa settimana
La candela che ha disegnato ha avuto un range di quasi 5900 punti e dai 20780 di apertura è sceso al test dei 15mila punti per poi recuperare qualcosa nella seduta di venerdì quando la BCE ha cercato di “pezzare” in qualche modo quanto dichiarato il giorno prima. Il livello dei 15mila punti era un livello toccato a giugno 2016, pertanto Milano è tornata al livello di 4 anni fà ! In meno di 4 settimane siamo passati dall’aver rotto una resistenza storica decennale ad un minimo che non si toccava da 4 anni…….ripeto…in meno di 4 settimane ! La cosa grave è che non è assolutamente detto che si sia toccato il fondo e questo non lo diciamo per creare ulteriore paura, anzi l’aver evidenziato quel livello ed i volumi di quella settimana ( che furono anche superiori di quelli della ottava appena conclusa, del 50% superiori a quelli delle ultime 2 settimane, come abbiamo evidenziato sul grafico) vorrebbe essere un messaggio di speranza, dato che da quel minimo poi Piazza Affari iniziò una lenta ma inesorabile salita che in un paio di anni la portò al test della resistenza decennale.
Nonostante il DAX ( – 20.01% e saldo 2020 a – 30.32%) abbia perso poco meno di Piazza Affari, è da notare che lo ha fatto con un gap down di oltre 750 punti in apertura.
Il gap è stato solo parzialmente ricoperto in quanto alla resistenza degli 11mila punti l’indice tedesco si è nuovamente girato ed è poi sprofondato per arrivare, come abbiamo già visto a Milano, sui livelli di giugno 2016. Due però le differenze rispetto al grafico di Milano : i volumi elevatissimi di questa settimana ( quasi il doppio di quelli delle ultime 2 settimane) non erano presenti nel giugno 2016 ; a differenza di Milano il DAX presenta un ulteriore minimo sui 8700 punti di febbraio 2016. Con questo non vogliamo intendere che il DAX debba o possa scendere fino a quel livello, benchè come già scritto sopra non abbiamo assolutamente alcuna certezza che il peggio sia passato, speriamo invece che come per Milano possa essere stato un livello da cui nel volgere di un paio di anni si torni sui livelli di massimo storico.
Parafrasando quanto già scritto la scorsa settimana, a Wall Street i ” Duri ” hanno iniziato a giocare e i numeri lo stanno a dimostrare.
Le perdite registrate dagli indici USA sono state la metà di quanto perduto dai listini europei, anche grazie ad una seduta da 10% nella giornata di venerdi dopo che il Presidente Trump ha annunciato l’emergenza nazionale e con essa ha sbloccato importanti aiuti economici a sostegno della economia a stelle e strisce. Il Dow Jones ( – 10.35% e saldo 2020 a – 18.76%) è stato l’indice peggiore con una apertura in gap down e una candela con un range di quasi 4mila punti , ma anche con un recupero di circa 2mila punti dal minimo di settimana al close. Dal livello del minimo abbiamo tracciato un supporto che ci riporta ad un massimo relativo del marzo 2017, mentre è rimasto aperto un piccolo gap poco sotto. Il notevole recupero della seduta di venerdi ha riportato il DJ sopra l’importante supporto dei 22400 punti , ma l’elevata volatilità di queste sedute ci insegna che non si possono dormire sonni tranquilli per la tenuta di un supporto ! Volumi molto elevati anche in USA a dimostrazione che in tutto il mondo si è finalmente presa coscienza del problema. Il Nasdaq ( – 6.27% e saldo 2020 a – 8.45%) si dimostra il listino relativamente migliore tant’è che non è stato neanche toccato il supporto in area 7150 punti , livello ritestato nel giugno 2019. Vediamo una apertura in gap down completamente chiusa e alla fine la candela lasciata sul grafico è una simil-doji con volumi elevati che lascia aperte tutte le possibilità, sia per una ulteriore discesa con test dei 7150 e poi dei 6400 punti, oppure al recupero con primo obiettivo il recupero degli 8mila punti. Buon recupero anche per lo S&P500 ( – 8.79% e saldo 2020 a – 16.09%) che apre l’ottava in gap down, tenta invano di chiuderlo per poi scendere fino area 2500 punti da cui è partita la reazione che lo ha portato a chiudere appena sopra i 2700 punti . Adesso si è riportato nella terra di mezzo tra due supporti ravvicinati ( 2600 e 2550) ed una resistenza ( 2800) , vedremo che direzione prenderà. Gli USA dimostrano, fino adesso, di aver retto molto meglio l’urto del virus, vedremo se quando arriverà la salita esponenziale dei contagi anche da loro i mercati si comporteranno come stiamo assitendo ora su quelli europei.
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