La minaccia dei Dazi e non solo…..
Sono molti gli argomenti importanti della settimana anche se poi a farla padroni in realtà sono sostanzialmente due, ossia l’impegno americano per una tregua tra Ucraina e Russia e sempre gli USA che minacciano dazi a destra e a manca cercando cosi di ottenere dei risultati favorevoli al loro tornaconto. Persiste l’opera di contenimento dei costi da parte della amministrazione federale ed è arrivata a sorpresa la decisione del leader della opposizione democratica Schumer di dare parere favorevole alla legge per finanziare per i prossimi 7 mesi l’apparato governativo evitando cosi lo shutdown. La mossa ha preso di sorpresa anche alcuni esponenti democratici ma Schumer ha chiarito che non far passare la legge voluta dai repubblicani e permettere pertanto lo shutdown da sabato 15 marzo avrebbe permesso all’amministrazione Trump sia di colpevolizzare pubblicamente i democratici per aver bloccato le attività federali sia di poter avere una maggiore autorità nella chiusura di intere agenzie e programmi e licenziare personale senza alcun impegno di riassunzione. Le parole di Schumer ” è una pessima legge, profondamente di parte e che non affronta ciò di cui il Paese ha bisogno, ma credo che permettere a Trump di ottenere ancora maggiore potere tramite lo shutdown sia una opzione peggiore”. La politica minatoria del presidente americano inizia a dare i suoi frutti e cosi l’Ucraina ha accettato il piano di Pace proposto dagli USA , con promessa di ricevere nuovamente Zelensky alla Casa bianca e chissa magari cercando di riparare all’ignobile agguato tesogli la volta precedente. Adesso la palla è passata nelle mani della Russia ma Putin ha già fatto sapere che pur esprimendo gratitudine al presidente americano per l’impegno profuso nella ricerca di un piano di Pace , l’accordo che gli è stato sottoposto non è sufficiente. Vedremo ora se e come il presidente americano sfoggerà ancora i muscoli per convincere l’inquilino del Cremlino. Al momento però Trump è focalizzato nella lotta per la conquista territoriale, nonostante sia il nuovo primo ministro canadese che la nuova maggioranza votata in Groenlandia abbiano decisamente respinto al mittente le avances ricevute per divenire parte integrante degli USA, e nell’inimicarsi il resto del mondo con le sue minacce di dazi e controdazi che a suo giudizio servono solo a riequilibrare alcune situazioni , come ad esempio che l’UE sia nata solamente con l’unico scopo di “fregare” gli USA. Guardando i grafici di Wall Street pare però evidente che al momento siano solo i listini americani a soffrire delle politiche aggressive del loro presidente ( sono in rosso tra il 2 ed il 6% da inizio anno mentre i listini europei sono in verde a doppia cifra) anche se gli ultimi dati portano una inflazione in rallentamento a febbraio.
Nuova settimana con candela ad ampio range per Milano ( + 0.16% e saldo 2025 a + 13.07%)
è unico listino positivo per la settimana e per la terza ottava consecutiva si conferma in chiusura sopra i 38500 punti nonostante i minimi delle ultime due settimane siano stati mille punti sotto. Le lunghe, lunghissime lower shadow la dicono lunga sulla forza dei tori rispetto agli orsi, benché i volumi pur essendo sopra alla media non sono quelli che ci si attenderebbe di vedere su candele cosi ampie e volatili. News importante per il nostro listino è l’ok che Unicredit ha ottenuto dalla BCE per salire al 29.9% di Commerzbank anche se da Piazza Gae Aulenti incassano col sorriso ma mettono le mani avanti dichiarando che non sarà il 2025 l’anno per farlo anche in attesa di quanto dirà l’antitrust tedesco. Primo supporto per Milano i 37500 mentre la resistenza è sui massimi delle scorse settimane in area 39250 punti.

Situazione analoga per il DAX ( – 0.09% e saldo 2025 a + 15.46%) che pur registrando una leggerissima flessione si conferma il miglior listino in questa primo trimestre.
Come per Milano anche qui abbiamo un minimo leggermente inferiore a quello della scorsa settimana ed un massimo inferiore, ma la cosa importante è che a fine settimana la chiusura sia stata sopra il supporto dinamico e che la lunga lower shadow andata giù per oltre 700 punti sia stata interamente riassorbita. Volumi si confermano sopra alla media ma in calo come se ci stesse abituando a questa elevata volatilità. Restano aperte tutte le ipotesi adesso , un possibile allungo con breakout dei 23470 che significherebbe nuovo massimo storico, oppure un retest dei 22230 punti e in caso vengano perduti i 22mila e a seguire i 21800. Tra le news si segnala il pesante calo degli utili di BMW a – 37% ma soprattutto l’allarme dazi in USA che potrebbe colpire la casa tedesca con oltre 1 miliardo di $. Di contro si segnala che il colosso della Difesa Rheinmetall, a seguito delle prospettive di crescita per le spese nella difesa in europa, intende procedere ad un piano biennale per un totale di 8mila assunzioni.

Primi segnali di debolezza per l’indice delle blue chips europee, che non tocca i 5522 punti come invece era accaduto nelle ultime 4 settimane e che chiude appena sopra i 5400 punti dopo un minimo a 5294.
Nonostante la brutta candela i volumi si sono ridimensionati pur rimanendo sopra alla media. L’attuale impostazione ci porta a ritenere che lo stoxx possa proseguire nella sua debolezza con i 5085 come target, livello sul quale potrebbe tornare a formare base prima di una nuova auspicabile ripartenza. Di contro il mantenimento dei 54oo punti potrebbe riportare l’indice sopra i 5500 punti e di conseguenza riportarsi al test dei 5568, massimo storico segnato la scorsa settimana.

I dazi del presidente Trump, quelli effettivamente già imposti e quelli minacciati , hanno fatto crollare l’indice di fiducia dei consumatori USA a 57.9 dal precedente 64.7 e ben al di sotto dell’atteso 63.2.
Non solo questo dato, ma anche la enorme differenza dei listini azionari tra i due mandati di Trump rende l’idea di come qualcuno si attendesse una nuova manna ed invece….. tra il 20 gennaio 2025 e la chiusura del 14 marzo 2025 S&P500 ha registrato una performance negativa del 7.57% mentre dal 20 gennaio 2017 al 14 marzo 2017 la performance fu del + 4.14%… il parterre dei miliardari seduti dietro al presidente Trump nella rotonda del campidoglio per l’inaugurazione del secondo mandato hanno perso oltre 200 miliardi di dollari, con Musk in vetta alla lista davanti a Bezos, dati del Bloomberg billionaires index. Si staranno pentendo ? Il Dow jones (- 3.06% e saldo 2025 a – 2.48%) disegna una seconda brutta candela rossa, e nuovamente riporta una pronunciata lower shadow che però in questa ottava non ha avuto alcun effetto. L’aver perduto il supporto dei 41850 punti ed aver segnato un minimo a 40661 punti lascia intendere che un retest dei 40mila punti sia possibile, dopodiché sarà area 38500 a dover frenare ulteriori discese. La chiusura a 41488 potrebbe però anche dare l’opportunità per un pronto ritorno sopra i 41850, ora prima resistenza, e quindi in estensione verso i 42500 punti, area di apertura dell’ultima candela. Una chiusura su tali livelli potrebbe ridare immediato vigore al Dow jones che ha avuto volumi in incremento e decisamente importanti. Anche per il Nasdaq ( – 2.45% e saldo 2025 a – 6.22%) la lower shadow della scorsa ottava non ha sortito alcun effetto, con l’apertura in deciso ribasso rispetto alla precedente chiusura, ma in ogni caso il listino tecnologico ha dimostrato una discreta forza riuscendo a chiudere sopra il supporto dinamico e anche qui con volumi in ulteriore crescita. Vero che si è chiuso sotto la soglia psicologica dei 20mila punti, ma vero anche che con l’elevata volatilità in atto in queste settimane si deve essere un pochino di manica larga nel valutare i livelli.
Se si riuscisse a tornare subito sopra quota 20mila per il Nasdaq potrebbe essere un gioco da ragazzi tornare subito al test della resistenza dinamica a 20660 punti, altrimenti la perdita del supporto dinamico vede come supporti successivi area 18400 e poi un tuffo di mille punti a 17400 punti. Molto simile al Nasdaq l’ S&P500 ( – 2.27% e saldo 2025 a – 4.13%) che si mantiene quasi interamente sopra il supporto dinamico e con volumi in leggerissima flessione rispetto alla scorsa ottava, pur rimanendo su livelli decisamente elevati. I 5500 punti hanno tenuto ma anche qui la chiusura è stata sotto i minimi della scorsa ottava, ma forse dopo ben 4 candele rosse consecutive l’indice più seguito al mondo potrebbe reagire e ripartire almeno per un rimbalzo tecnico, dopo aver scaricato gli oscillatori ed essere entrato e poi uscito dalla fase correttiva, che generalmente viene considerata dopo la perdita del 10% dai massimi. Primo supporto i 5570 punti della rialzista e prima resistenza in area 5700 punti. Ancora poche ore e vedremo se a Wall Street tornerà a splendere il sole, magari per un accordo di pace che Trump strapperà a Putin o se invece prevarranno i timori per una escalation della guerra commerciale.


