Proseguono le esternazioni negative contro l’europa da parte dei russi ( Putin,Medvedev,Lavrov,Peskov) che iniziano anche ad usare la guerra del gas con il duplice scopo di impedirne le scorte per il prossimo inverno e di farne alzare il prezzo, sia per aiutare il rublo che per mettere in ulteriore difficoltà i governi europei. Onde evitare di essere tacciati di inadempienze contrattuali i russi dicono che la riduzione di erogazione è dovuta alla mancanza di valvole di ricambio per alcune stazioni di pompaggio che pertanto devono fermarsi. La mancanza dei materiali di ricambio sarebbe riconducibile , secondo Mosca, al fatto che vi siano le sanzioni contro la russia mentre la Germania, che dovrebbe fornire tali valvole, smentisce di averne impedito la consegna.
I Mercati però in settimana sono scesi per le decisioni delle banche centrali, con la FED che ha alzato i tassi di 75 punti base nonostante alla precedente riunione avesse chiaramente detto che di un tale aumento non se ne fosse neanche parlato e la BCE che ha terminato il proprio QE e spianato la strada ad un prossimo timido inizio di tapering ma senza far alcun riferimento ad uno scudo antispread. Il risultato delle parole delle banche centrali è sotto gli occhi di tutti ed è pertanto inutile commentare oltre. Rimane il fatto che in un contesto di economia fragile come quella attuale , in cui si tenta di uscire da una pandemia e ci si trova nel pieno di un conflitto nel cuore dell’europa, probabilmente sarebbe stata gradita ai Mercati una maggiore chiarezza sui passaggi, ed in questa opacità gli squali della speculazione hanno agito praticamente indisturbati.
Ricordiamo infine che la pandemia è ancora in essere e che nonostante le autorità stiano progressivamente togliendo gli obblighi , la convivenza con il virus rimane difficile, come testimoniano ancora i decessi quotidiani.
Miglior listino di settimana Piazza Affari ( – 3.36% e saldo 2022 a – 20.32%) ma c’è poco da cantare vittoria.
Brutta candela con ampia upper shadow e sopratutto volumi in aumento, che dopo molte settimane tornano in media. A cercare di voler essere positivi si deve guardare alla tenuta del supporto dei 21500, livello che per tutta l’ottava è stato messo sotto pressione ma che in un modo o nell’altro ha sempre tenuto. Però la pressione che la Russia stà mettendo ai Mercati stà aumentando e non è pertanto detto che tale livello riuscirà a resistere. Supporto successivo area 21150, livello dei minimi del 2022 toccati a marzo dopo l’inizio della invasione della Ucraina da parte dei soldati di Mosca. Primo livello di resistenza area 22mila/22100 punti e poi area 22500 punti.
Dopo tre settimane consecutive in cui sovraperformava Milano, il DAX ( – 4.61% e saldo 2022 a – 17.37%) ha registrato una performance peggiore anche se graficamente rimane meglio impostato.
Vero che ha lasciato un gap superiore aperto al posto della upper shadow ma è anche vero che si è fermato sul forte supporto dei 13mila punti, ben al di sopra del minimo annuale della famosa settimana di marzo. anche sul Dax forte incremento dei volumi che sono tornati oltre la media e ciò deve far riflettere in quanto siamo in un periodo dell’anno in cui generalmente i volumi tendono ad affievolirsi. Supporto successivo il doppio livello 12500/12650 mentre la prima resistenza è 13200 punti e a seguire 13630 e quindi la chiusura del gap a 13750 punti.
Aperture in gap down e sotto ai supporti a Wall Street che ha accusato il colpo del cambio di strategia della FED e che ora ritiene che la banca centrale sia disposta a fermare o almeno a ridurre la crescita economica per contrastare in qualche modo l’inflazione galoppante, rischiando però una stagflazione.
A voler pensare male sembrerebbe che Putin abbia scelto un momento perfetto per colpire l’economia americana che stava uscendo dalla pandemia e dalla guerra dei dazi con la Cina, in quanto il costo degli aiuti USA all’Ucraina è sostanzialmente spalmato sul carburante e quindi producendo inflazione. Molto probabilmente Biden pagherà le conseguenze di ciò alle prossime elezioni di mid-term e l’onda lunga arriverà alle prossime presidenziali. Dow Jones ( – 4.79% e saldo 2022 a – 17.75% e Nasdaq ( – 4.79% e saldo 2022 a – 30.97%) si dividono la palma di “miglior” listino a Wall Street ma è una magrissima consolazione. Il primo non è ancora ufficialmente in bear-market per un paio di punti percentuali, il tecnoloico invece continua ad essere il peggiore dei listini. Graficamente il Dow Jones ha aperto sotto in gap down sotto il precedente supporto ed ha chiuso sostanzialmente sul successivo supporto dei 29750, livello che non toccava dal 2020. Se dovesse perdere anche tale supporto pare inevitabile la chiusura del gap a 28495 e retest dei 28170 punti. La tenuta invece avrebbe come primo target il retest dei 31250 e la chiusura del gap a 31387. Leggermente migliore la candela del Nasdaq che vede sia upper che lower shadow, a dimostrare che un pochino di combattimento tra orsi e tori vi è stato.10680 pare un primo livello supportivo mentre la prima resistenza corrisponde con la rialzista che transita in area chiusura del gap down sui 11825 punti. Decisamente ampio il gap down lasciato aperto da S&P500( – 5.79% e saldo 2022 a – 22.90%) peggior listino di settimana e che entra di diritto in bear-market. Sarà fondamentale la tenuta dei 3600 punti da cui poter ripartire per tornare sui 3860 e quindi a chiudere il gap a 3900 punti
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