Trump e la trimestrale Ferrari
Settimana difficile per i mercati azionari dopo le nuove dichiarazioni del presidente USA su nuovi dazi al 25% per tutte le auto e le componenti auto non prodotte sul suolo americano. Molteplici le reazioni sia dei governi delle nazioni interessate sia degli economisti che continuano a ripetere che una escalation dei dazi alla fine potrebbe risolversi in un boomerang per l’economia americana, che potrebbe non reggere alla pressione entrando cosi in una fase di recessione o peggio ancora di stagflazione.
Ad aprire gli occhi al presidente americano potrebbe essere stata la trimestrale della Ferrari, che come sempre ha rilasciato dati molto interessanti e ben premiati dal Mercato e nella guidance le parole di Vigna saranno state sicuramente illuminanti per l’inquilino della Casa Bianca. Infatti la casa di Maranello ha dichiarato che per mantenere gli attuali livelli di qualità , competitività e ricerca per l’unicità del suo prodotto, vista l’introduzione dei dazi per il mercato USA sarà costretta, fatti salvi tre soli modelli, ad alzare il listino prezzi di un 10% circa.
Questo deve aver fatto andare su tutte le furie mister Trump che nel volgere di pochi minuti scrive sul suo social ” nessun produttore di auto si azzardi ad aumentare il listino prezzi per fronteggiare i dazi che sono stati imposti”. Ma davvero pensava che le aziende avrebbero assorbito in prima persona i dazi ? Ma davvero non ha capito che i dazi li pagheranno i suoi cittadini ? Ovviamente su questo campo Trump non ha alcuna voce in capitolo, i produttori di auto decideranno in piena autonomia se variare e di quanto il proprio listino prezzi , poi sarà il mercato a decidere se il prezzo finale dell’auto sarà rimasto interessante o meno. Peraltro questa imposizione di dazi per cercare di difendere la produzione di veicoli made in USA si scontra con una realtà che racconta un’altra storia. Una analisi compiuta dalla facoltà di economia della università di Washington ha mostrato come la model 3 performance sia l’auto più americana di tutte ma il suo contenuto di produzione made in USA si ferma al 87.5% mentre il primo modello non Tesla, la Mustang della ford, si fermi all’80%. Questo significa che mettere i dazi sulle auto comporterà per tutti i cittadini USA un aumento dei prezzi ( non è credibile che le aziende si accollino tutto il maggior costo come invece ritiene Trump) e probabilmente vi saranno una fascia di persone che non potranno più permettersi di acquistare una nuova auto. Sarà questo a rendere ” America great again ? ” o Trump ha fatto i conti senza l’oste ?
Vedremo se e come correggerà il tiro, certo non potrà imporre a nessun costruttore di auto di farsi carico dei dazi senza scaricarne almeno una parte sull’acquirente finale e cosi il 2 aprile, quello che il presidente americano ha chiamato il ” liberation day” potrebbe trasformarsi in un problema per molti cittadini americani.
Il vicepresidente Vance è stato in visita in Groenlandia assieme alla moglie ma alla fine è stato deciso che la visita si limitasse all’interno della base USA senza uscirne dai confini per evitare una pesante contestazione da parte della popolazione locale, con le voci ufficiali del governo americano che invece hanno dichiarato che il cambio di programma è stato dovuto alla mancanza di tempo per poter organizzare una adeguata protezione all’alta carica dello stato.
Segnaliamo infine la disastrosa scossa di terremoto che ha colpito il Myanmar e la Thailandia, con le notizie che giungono dal paese controllato dai militari dopo il golpe del 2021 che parlano già di oltre mille morti che potrebbero però superare i 10mila.
Migliore o se vogliamo il meno peggiore dei listini quello di Milano ( – 0.75% e saldo 2025 a + 13.32%) che per questa ottava si fregia del titolo di miglior listino da inizio anno.
Altra candela ad ampio range anche se questa volta è rimasta sotto i 1200 punti. Apertura sopra alla chiusura precedente e poi allungo a riportarsi oltre i 39500 che però respingono nuovamente l’assalto e cosi si torna a guardare verso sud. Dopo aver perso i minimi della scorsa ottava nuovo recupero e chiusura d’ottava sui valori della precedente apertura. Volumi in netto rialzo e pertanto segnale di attenzione da parte degli investitori che tornano a guardare al supporto dei 38500 la cui tenuta sarà fondamentale nella prossima ottava. Cosi come sarà importante vedere se ci sarà la forza per tornare sopra i 39mila e poi sopra i 39500 punti, per poter poi sferrare l’attacco decisivo a quota 40mila punti.

Con il principale paniere tedesco pieno di titoli automobilistici era ovvio che con i nuovi dazi di Trump il DAX ( – 1.87% e saldo 2025 a + 12.82%) avrebbe pagato pegno.
La candela sul grafico non lascia dubbi sul come le parole del presidente americano abbiano inciso con una lunga candela rossa che ha bucato il supporto dinamico per fermare la sua corsa in area 22300 punti e chiudere l’ottava poco sopra i 22460 punti. Unica nota positiva i volumi che non sono stati quelli da selloff ma i soliti volumi nella media, a dimostrazione che al momento sia stato il retail a cedere i titoli mentre i grandi investitori hanno mantenuto la calma. Certamente sarà molto importante la tenuta dei 22200 punti, livello che tiene dalla seconda metà di febbraio. Il cedimento potrebbe portare il DAX ad una violenta discesa anche fino area 20500. Sulla tenuta del supporto invece si ricomincerà a guardare verso nord e verso la resistenza dinamica che per la prossima ottava sarà a 22985 punti.

Candela similare per lo Stoxx50 che torna a mettere pressione al livello dei 5300 punti perduti i quali potrebbe scendere a ritestare dall’alto i 5085 dell’ex resistenza.
Anche qui però i volumi sono stati semplicemente in media e pertanto nessun selloff da panico, per cui nervi saldi ed attenzione che il pronto recupero dei 5400 punti potrebbe poi riportare l’indice delle blue chips europee al retest della resistenza dei 5522 punti.

Elon Musk torna a far parlare di se
sia con una dichiarazione che nel volgere di ancora poche settimane taglierà il traguardo del taglio di spese federali di mille miliardi di dollari, sia con la notizia che la sua startup di intelligenza artificiale xAI abbia acquisito X ( l’ex twitter) in una operazione di sola “carta” che valuta xAI oltre 80 miliardi di dollari e X 33 miliardi, con una perdita di valore di oltre 11 miliardi di $ rispetto alla sua acquisizione del 2022. A breve ci sarà l’annuncio di una probabile fusione tra le due entità e poi il genio sudafricano quoterà xAI per rientrare di gran parte dei soldi mantenendo però il controllo della società. Come si vede nonostante i molteplici impegni lavorativi ( Musk ha dichiarato di averne 17 di lavori) le idee e le intuizioni dell’eclettico Musk non si esauriscono e chissà a cos’altro sta pensando nel frattempo ! A Wall Street il listino migliore è stato il Dow Jones ( – 0.95% e saldo 2025 a – 2.26%) che è l’unico a non aver violato il minimo della scorsa ottava. Dopo una apertura in linea con la precedente chiusura il paniere della old economy era salito oltre i 42800 punti dando l’idea che finalmente la fase correttiva fosse finita, poi però le nuove minacce all’economia hanno portato ad un dietrofront con chiusura sui minimi della settimana. Primo livello di supporto ora i 41400 punti e a seguire i 40660 e quindi i 40433 della rialzista. Prima resistenza area 41800 punti e poi i 42mila e quindi area 42500. Peggior listini di settimana e del 2025 il Nasdaq ( – 2.39% e saldo 2025 a – 8.24%) che dopo un buon avvio scende e perde sia i 20mila punti che il supporto dinamico per fermare la discesa poco sopra i minimi di due ottave fa a 19150 punti, chiudendo a 19281 punti. Se i 19150 non riusciranno a tenere allora pare quasi impossibile non vedere un test dei 18400 ed eventualmente dei 17400 nello scenario peggiore. Prima resistenza i 19805 della rialzista. Se consideriamo che poco più di un mese fa eravamo sopra i 22200 punti appare evidente che la discesa sia stata abbastanza violenta. Però rimarchiamo che su tutti e tre i listini di Wall Street i volumi siano stati in media ed in netta contrazione rispetto alle scorse settimane. Tecnicamente miglioer lo S&P500 ( – 1.52% e saldo 2025 a – 5.11%) che riesce a tenere il supporto dinamico e cosi facendo concede maggiori speranze per un pronto recupero già nella prossima ottava dove un ritorno sopra i 5700 punti potrebbe ridare slancio agli acquisti. Se dovesse cedere abbiamo disegnato un nuovo livello a 5439 prima del supporto a 5227 punti.


