Cos’è il Buyback?
Il buyback è il riacquisto di azioni proprie emesse in precedenza da parte della stessa società. L’acquisto può essere portato a termine essenzialmente con due procedure:
- attraverso il lancio di un’offerta pubblica;
- attraverso l’acquisto di azioni direttamente sul mercato.
Perchè si fa il Buyback?
Il Buyback è una pratica piuttosto diffusa negli ultimi anni tra le società quotate, soprattutto negli Stati Uniti. Alla base dei programmi di acquisto di azioni proprie vi possono essere svariati motivi, per esempio: remunerare dipendenti e manager.
Pensiamo ai piani di stock option con cui il management può comprare azioni della società ad un prezzo predefinito. Si tratta quindi di una sorta di paga aggiuntiva per i vertici della società.
Un altro motivo per acquistare azioni proprie da parte della stessa società può essere legato alle strategie di espansione: per esempio, una società potrebbe volerne acquistare un’altra pagandola in azioni, non in contanti, evitando però di “annacquare” la quota degli azionisti rilevanti emettendo nuove azioni.
La maggior parte dei riacquisti ha però, un’altra motivazione: sostenere il prezzo sul mercato specialmente se si tratta di un titolo sottovalutato . Più il numero di azioni in circolazione è basso, più l’utile per azione sale, e di conseguenza anche il prezzo dell’azione tende a salire.
Facciamo un esempio che può aiutare a capire il concetto.
Supponiamo che una società abbia 1000 azioni e realizzi utili annui di 1000 euro. In questo caso l’utile per azione è di 1€ ( l’utile di 1000 euro diviso 1000 azioni). Ammettiamo ora che nel settore in cui opera la società il rapporto prezzo/utile sia di 10€, allora il prezzo di Borsa di ogni azione sarà intorno a 10 euro.
Se si procede all’acquisto di 100 azioni, il flottante calerà a 900, modificando quindi il rapporto prezzo/utile che nel nostro esempio salirà a 1,11 euro così ottenuto: 1000 euro di utile diviso 900 azioni.
Il prezzo dei titoli tenderà allora a salire a oltre 11 euro per riallinearsi al rapporto prezzo/utile del settore. In questo caso quindi il buyback ha creato valore per gli azionisti e nel breve è un fattore positivo.
Vediamo ora un aspetto negativo con un’ottica più lunga. L’investitore dovrebbe chiedersi perché la società ha scelto di usare l’operazione di buy back per aumentare l’utile per azione. Potrebbe essere che in molti casi la stessa società non abbia trovato il modo di aumentarlo seguendo la strada più ovvia, cioè quella di aumentare l’utile complessivo.
A questo punto verrebbe da chiedersi se la società non avesse un’alternativa migliore per impiegare i propri capitali, ad esempio, investendo in ricerca o nell’acquisto di nuovi macchinari, oppure per acquistare una società concorrente. In questo caso l’operazione di buyback potrebbe essere un fattore negativo, per di più se finanziata con nuovi debiti. In un periodo come quello attuale caratterizzato da tassi bassi, il ricorso al prestito potrebbe avere un senso, ma nel giorno in cui i tassi ricominceranno a salire potrebbero sorgere dei problemi in quanto quei debiti contratti andrebbero a pesare sui bilanci.
Ecco alcuni esempi recenti di Buyback:

Per concludere
Ogni investitore dovrebbe valutare nel dettaglio l’entità, la tipologia ed il fine dei programmi di buy back per stabilire se la notizia può essere positiva o negativa per il titolo stesso, in base alla propria strategia d’investimento.